Per il Made in Italy una occasione (da non perdere) per intrecciare affari con realtà estere per una vera ripresa dell’economia
1851, Inghilterra, Londra, Crystal Palace in Hyde Park. 2015, Italia, Milano. Dalla Prima Esposizione che si svolse appunto nella terra di Albione, a quella che si terrà a partire dal 1° maggio, il mondo è davvero molto cambiato.
Due guerre mondiali, il genocidio degli Ebrei, le due bombe atomiche lanciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki, la guerra in Corea e in Vietnam, la Perestroika, il crollo del muro di Berlino e la riunificazione della Germania. E questo solo per ricordare alcuni degli avvenimenti che di certo hanno avuto un’eco di livello planetario.
Oltre a tutto ciò, l’intero pianeta è stato attraversato da avanzamenti e innovazioni tecnologiche, scoperte di incredibile importanza. Pur tuttavia ancora oggi la manifestazione che ufficialmente è chiamata come Esposizione Universale, o per meglio dire World Exposition, è sempre il palcoscenico ideale per poter mettere in luce il Paese.
Sull’argomento vi sono le più disparate opinioni e, come, non di rado capita, in Italia si erano creati gruppi che erano favorevoli e quelli che non lo erano e che ancora esprimono la loro decisa contrarietà.
Quel che è certo e che i numeri parlano chiaro: 147 partecipanti ufficiali, di cui 144 Paesi e la Commissione Europea, il CERN e l’ONU come organizzazioni, cinque aree tematiche, che andranno a sviluppare il tema proposto e cioè “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Queste sicuramente sono le luci. Eppure sull’Expo 2015 vi sono anche varie ombre, che guarda caso, riguardano sempre la questione degli appalti.
A seguito di rigorose indagini effettuate da parte della magistratura milanese vi sono stati anche numerosi arresti. Truffa, turbativa d’asta, associazione per delinquere, questi sono i reati ipotizzati, e le conseguenti vicende giudiziarie, con l’Expo ormai di fatto alle porte, non sono ancora adesso definitivamente concluse.
Si deve guardare con ottimismo all’Expo 2015
Nel febbraio del 2013 la Camera di commercio di Milano aveva commissionato una ricerca dalla quale emergevano alcuni dati che potevano suscitare un certo interesse. Infatti si parlava di 25 miliardi di euro di produzione aggiuntiva, si stimavano 200 mila nuovi posti di lavoro. Forse le cose non andranno realmente in questo modo, ma l’importante è auspicare che tutto proceda nel migliore dei modi e che si registri la tanto auspicata spinta.
Sotto sotto rimane un certo timore che il tutto potrebbe essere solo una di ubriacatura collettiva, un specie di volo pindarico supportato e legittimato da stime economiche forse un po’ troppo azzardate. Ovviamente si deve guardare agli aspetti positivi dell’Expo 2015 come una immensa vetrina, una vastissima piazza dalle enormi potenzialità dove Made in Italy e mercati esteri si incontrano ed intrecciano affari per una vera ripresa dell’economia, non soltanto nostrana.
E come soleva ripetere spesso Tonino Guerra, “l’ottimismo è il profumo della vita”, ragione per la quale spero vivamente, da italiano e da uomo d’affari che ha ancora fiducia in questa Nazione, che vi siano dei reali benefici e dei favorevoli impatti, almeno per il settore del turismo. In ogni caso i reali conti si potranno tirare il 31 ottobre del 2015, quando si spegneranno le luci della casa di Expo 2015 Milano.