Di fatto ci sono cittadini di Serie A e cittadini di Serie B. Quelle speciali hanno tantissimi privilegi che le Regioni ordinarie non hanno
Come Advisor considero la mediazione il mezzo ideale per poter trovare un accordo. Più di volta nella mia professione mi sono impegnato a trovare la soluzione migliore, quella che potesse soddisfare le varie parti interessate.
Ad essere sincero, ho provato a considerare la questione delle Regioni a Statuto Speciale anche sotto questa lente, ma con altrettanta sincerità devo ammettere che non ci sono riuscito. Oggettivamente, quando ho analizzato i fiumi di denaro pubblico che affluiscono nelle casse delle Regioni a Statuto Speciale, non ho potuto far altro che ammettere che lo Stato Italiano ha sancito in questa maniera l’esistenza di cittadini di serie A e quelli di serie B, ed è difficile non pensare alla costituzione di una vera e propria casta.
Il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, la Valle d’Aosta, la Sardegna e la Sicilia sono le famose 5 Regioni italiane a Statuto Speciale.
Questo loro status, fra i numerosi vantaggi, fa sì che in queste cinque Regioni, viga un’Autonomia Legislativa, un’Autonomia Amministrativa e un’Autonomia Finanziaria.
Quindi, una vera e propria sperequazione iniqua tra italiani che si perpetua dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Di conseguenza, andando ad analizzare le varie carte, si può osservare come alla fine si siano create due Italia, cioè una composta da chi vive e lavora nelle cosiddette Regioni ordinarie, e un’altra che è formata dalle Regioni a Statuto Speciale.
Questa, è una differenza non di poco conto, se si ti tiene presente, ad esempio, che in quelle ordinarie le varie aziende debbono lottare con il mercato e pagare le tasse, e se le imprese chiudono i lavoratori perdono il posto, mentre in quelle Speciali si viene assunti.
Caso emblematico è l’oramai arci noto numero esorbitante dei dipendenti che lavorano presso la Regione Sicilia, numero che, seppure non è mai stato conosciuto in maniera ufficiale, sembrerebbe aggirarsi intorno alle ventimila unità. Un dato che se corrispondesse alla realtà, significherebbe una presenza di lavoratori dipendenti della Regione Sicilia ben sette volte superiore rispetto, ad esempio, a quelli della Lombardia. Alcuni dati che ho letto, poi riportano che nella Regione Sicilia vi siano un qualcosa come 30.000 forestali stagionali.
Le incongruenze e le ingiustizie non sono poche. Ci sono 2 Italie
Ma le sperequazioni non terminano certamente qui. Nelle Regioni a Statuto Speciale le aziende godono del privilegio di fronteggiare una pressione fiscale che risulta essere inferiore rispetto a quella del restante territorio nazionale. Ma questa sorta di Eldorado non è un qualcosa del quale beneficiano solamente le aziende. Infatti, questi infiniti privilegi, sono anche a vantaggio dei residenti.
Ad esempio, ho saputo che gli abitanti della Valle d’Aosta, hanno una parte del riscaldamento domestico che è pagato direttamente dalla Regione; così come mi hanno anche riferito che, sempre in Valle d’Aosta, la tata familiare risulterebbe essere addirittura a carico della Regione.
Non vai poi neppure così male al Trentino, visto che mi è stato fatto osservare, che in molti casi, godono di rimborsi per le badanti, il dentista, le vacanze al mare, ma anche dei pannolini per i bambini e vi sono anche le case per le persone che si separano.
Sicuramente un efficientissimo welfare, ma che costa miliardi alle casse pubbliche, in parte soldi certamente provenienti dai residenti di queste Regioni a Statuto Speciale, ma in parte sono soldi che sono stati anche presi dagli altri italiani.
La cosa ancor più imbarazzante, è che il cosiddetto Stato, ha cercato solamente in piccolissima parte di arginare tutti questi infiniti privilegi, facendo però molta attenzione a non incidere in maniera profonda su questi benefici.
D’altra parte, pur essendo una situazione ben nota alla nostra classe politica, è fin troppo evidente la latente paura dei politici che i residenti di queste fortunate regioni possano, in future elezioni, far scomparire a livello locale una qualsiasi formazione politica che abbia deciso di prendere in mano la situazione e che quindi voglia effettivamente porre rimedio a questa evidente sperequazione.
Comunque, come Advisor che ha a cuore le sorti dell’Italia, spero in cuor mio, che alla fine qualche politico e quindi qualche partito o movimento presente in Parlamento, si renda conto che tutto questo non fa altro che inasprire ancor di più il risentimento popolare, facendo, non solo allontanare sempre più la gente dalla politica, ma si rischia di far innescare pericolosi movimenti indipendentisti che minerebbero alle base la tanto sospirata Unità Nazionale, costata tanto sangue e tanti morti.
- Leggi i miei interventi sul mio sito in lingua spagnola www.advisorabbatees.wordpress.com
- Leggi i miei interventi sul mio sito in lingua inglese www.advisorabbate.wordpress.com
- Leggi i miei interventi sul mio sito professionale www.advisorabbate.com