Il grande bluff delle Zone Franche Urbane

zone franche urbaneSe, in linea generale, tutti sanno dell’esistenza dei cosiddetti Paradisi Fiscali, credo che non tutti sappiano del fatto che nel nostro Paese vi sia una località che si chiama Livigno che può godere del privilegio di beneficiare dell’essere considerata zona extra doganale.

Grazie a questo suo davvero invidiabile status, i residenti di tale Comune, che si trova in Lombardia, in provincia di Sondrio, sono esentati dal pagamento di alcune imposte statali.

A Livigno, pertanto, non si paga, ad esempio, l’IVA, e ciò vuol dire che tutte le merci e i prodotti che sono qui venduti, i residenti li possono acquistare senza IVA. Nella mia professione di Advisor, ho in forma quasi giornaliera, il compito di risolvere varie tipologie di problematiche in campo economico. Però, quando vengo a sapere che nel mio paese, possono sussistere degli immotivati privilegi, come appunto quelli di cui gode Livigno, la mia calma vacilla.

Ho usato in maniera appropriata il termine “immotivati”, perché questo status il Comune di Livigno lo acquisì nel lontano 1910, quindi stiamo parlando di una situazione risalente a qualcosa come a 105 anni fa. Se l’esenzione dal pagamento di alcune imposte potesse avere una sua logica oltre un secolo fa, non lo voglio di certo andare a discutere, ma proprio come Advisor, mi pongo il quesito se tale logica sia ancora oggi applicabile a XXI secolo inoltrato.

La cosa che poi mi suona alquanto strana è che per prima cosa di questo aspetto non se ne discute e l’altra che la posizione di Livigno come zona franca sia stata più volte confermata con tanto di convezioni e normative e questo anche in tempi non remoti.

In Italia dove la disputa tra contrade è un modo di vivere, è strano osservare che nessuno ha poi voluto più sapere qualcosa circa l’istituzione delle famose 22 Zone Franche Urbane.

Eppure con la Legge numero 296, del 2006, il Governo italiano, aveva istituito Zone Franche Urbane, in ben 22 città italiane.

Per rinfrescare la memoria, le 22 città italiane, selezionate in base a tutta una serie di “indicatori di disagio socioeconomico” erano:

– per la Regione Sicilia: Erice, Gela e Catania;

– per la Regione Calabria: Lamezia Terme, Rossano e Crotone;

– per la Regione Basilicata: Matera;

– per la Regione Puglia: Andria, Lecce e Taranto;

– per la Regione Campania: Mondragone, Torre Annunziata e Napoli;

– per la Regione Molise: Campobasso;

– per la Regione Sardegna: Quartu Sant’Elena, Iglesias e Cagliari;

– per la Regione Lazio: Sora e Velletri;

– per la Regione Abruzzo: Pescara;

– per la Regione Toscana: Massa e Carrara;

– per la Regione Liguria: Ventimiglia.

LivignoCon l’istituire le Zone Franche Urbane si voleva favorire l’insediamento di tutta una serie di attività economiche grazie ad una defiscalizzazione, quindi l’obiettivo delle Zone Franche Urbane era quello di andare a favorire l’economia di alcune città considerate essere in zone particolarmente degradate.

Ma tutte queste agevolazioni fiscali volte a favorire uno sviluppo sociale, economico in aree considerate più deboli, che fine hanno fatto?

Giusto per la cronaca questa iniziativa era stata presa da Claudio Scajola, allora Ministro dello Sviluppo Economico, il quale, in occasione della cerimonia svolta per la sottoscrizione dei 22 contratti con i relativi Sindaci interessati, aveva dichiarato di voler dar vita ad altre Zone Franche andando ad utilizzare i cinquanta milioni di euro previsti nella Legge Sviluppo.

Sembra però che queste misteriose scomparse sia un fenomeno cronico, visto che già nel 2007, con la Legge Finanziaria, Romano Prodi fu il primo a prometterle.

Senza poi dimenticare che le Zone Franche sono divenute 44 con l’appoggio di Corrado Passera.

Che cosa stana: Livigno è considerata dopo ben 105 anni ancora come zona extra doganale seppure non esistono più delle reali motivazioni, mentre delle Zone Franche Urbane se ne sono quasi perdute le tracce.

Come Advisor e italiano ho l’impressione molto forte che tutto questo sia il solito Grande Bluff della politica nostrana.

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