Incolpare gli speculatori come causa della crisi finanziaria risale al tempo dei Greci. È quasi sempre la risposta sbagliata.
(Larry Summers)
Di certo, l’attuale crisi finanziaria è la peggiore che il mondo abbia mai visto dai tempi della Grande Depressione del 1929. Come Advisor, questo argomento lo dovuto più volte affrontare, nel tentativo di poter proporre delle valide soluzioni.
È anche il caso di ricordare che alla base di tutta questa situazione che si è venuta a creare, parte dal 2007.
In linea di principio, nell’andare ad analizzare le motivazioni che ne furono la causa e che hanno, quindi, determinata questa crisi, è impossibile non considerare gli Stati Uniti come la fonte. Il tutto partì dal, oramai noto problema dei mutui – subprime. Pur tuttavia, sulla base della mia esperienza professionale, valuterei il discorso su un più ampio raggio.
Partendo proprio dagli eventi che si sono innescati nel 2007, è, per quanto mi riguarda, forviante non valutare gli effetti prodotti da una finanziarizzazione eccessiva dell’economia, come è anche da ammettere che si era generato, antecedentemente al 2007, un vero e proprio distacco fra la finanza e l’economia reale.
Non posso neppure sottovalutare che, sempre secondo il mio parere, vi siano anche altre ragioni, per lo più sottovalutate, che hanno determinato lo scoppio della crisi finanziaria. Infatti, negli anni precedenti a quel periodo, si erano venuti a materializzare eventi sociali, antropologici, economici e storici che avevano interessato più Paesi.
Forse, sarebbe anche il caso di portare sul banco degli imputati il processo di globalizzazione, che ha investito tanto le economie quanto i mercati. Credo che sia innegabile che il processo di globalizzazione, abbia di base contagiato ambiti di più largo respiro, dando il via a cambiamenti che possono anche essere tranquillamente definiti epocali.
Se con la tempesta provocata dalla attuale crisi economica, attività che risultavano essere già in bilico sono state letteralmente spazzate via, non posso non ricordare quanto una così spinta globalizzazione dei mercati abbia potuto contribuire a far divenire la crisi economica ancora maggiormente devastante. Negli ultimi decenni si è creata una sproporzione abissale tra redditi da capitale e redditi da lavoro.
In pratica, i redditi da lavoro rispetto ai redditi da capitali sono molto minori. Questa situazione, ha contribuito a far crescere le ingiustizie sociali e le diseguaglianze, al punto tale da trasformarsi in un serio problema perfino per l’economia globale.
C’è stata una sorta metamorfosi dell’economia politica capitalista: dal keynesismo, che aveva caratterizzato il dopoguerra, si è passati al neoliberismo attuale. Si è passati, in pratica, da una crescita economica tramite una redistribuzione che andava dall’alto verso il basso, ad una crescita economica tramite una redistribuzione che procede dal basso verso l’alto.
La fine dell’egemonia economica indiscussa degli Stati Uniti ha provocato anche una fase di sistemico caos. Non per nulla, nessuna delle superpotenze economiche è riuscita a occupare quel posto egemonico che fino a poco tempo fa avevano occupato, appunto, gli Stati Uniti.
Questo accade anche perché la Cina è circondata da competitors che sono sufficientemente potenti come la Russia e il Brasile. Senza poi dimenticare che proprio a causa della globalizzazione, non si è più stati in grado di poter contare su un baricentro economico come era accaduto nel passato con gli Stati Uniti ma si sono venuti a creare maggiori centri dell’economia mondiale.
A fronte di tutto ciò, pare evidente, come si vada a determinate un caos economico accompagnato anche da squilibri incombenti e crisi cicliche.
In conclusione, come Advisor, voglio ricordare che i Governi europei, per evitare un crollo completo del sistema bancario, sono intervenuti in soccorso delle loro banche con un sostegno urgente di una scala senza precedenti, e cioè con l’equivalente del 13% del PIL annuo dell’Unione Europea.
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