La prima uguaglianza è l’equità
(Victor Hugo)
In primis come cittadino e in secundis come Advisor, aborro le iniquità sociali. Non per fare del semplice qualunquismo, ma nel nostro Paese queste abbondano a tale punto che mi domando se siano il frutto di un reale disegno oppure di semplice e incredibile stupidità governativa.
Anche un ragazzino che si affaccia per la prima volta al periodo dell’adolescenza conosce il principio che prevenire è meglio che curare. Magari non utilizzerà le medesime parole, ma il concetto è ben chiaro nel suo adolescenziale cervello. Ma, quando un concetto del genere viene poi applicato solamente al fine di mettere le mani nei portafogli degli italiani, con l’aggravante di incutere terrore, allora diventa una vera e propria offesa alla persona, alla dignità umana, oltre che una prevaricazione dei più elementari diritti.
Prendiamo ad esempio i soldi che vengono a essere incassati regolarmente dallo stato italiano per i vari libretti e bollini su climatizzatori e condizionatori, sui vari libretti e bollini sulle caldaie, senza poi dimenticare i costi che dobbiamo affrontare sul controllo della propria auto.
In questo caso i nostri vari governi hanno piegato ai loro interessi, quanto è insito nel concetto prevenire è meglio di curare. Cioè, al posto di “prevenire” hanno messo “ti punisco”, e al posto di “curare” hanno messo così non “devo controllare”.
Per spiegarmi meglio. Solo un pazzo, nel senso letterale della parola, non salvaguarda la sicurezza propria e quella della famiglia, come pure un fuori di senno non reputa che manutenere in maniera corretta un bene sia cosa buona e giusta.
Ma oltre il buon senso, uno stato ha anche ampi mezzi per far rispettare tutte le norme e leggi sulla sicurezza. Ma è proprio questo il nervo scoperto di tutta la vicenda. Ai nostri governanti poco importa della nostra sicurezza, quello che a loro importa è poter contare su soldi facili e sicuri come quelli appunto che vengono ad essere incassati anche per mezzo dei vari libretti e bollini su climatizzatori e condizionatori, sui vari libretti e bollini sulle caldaie, e dalla revisione dell’auto.
E dico questo sia come cittadino e sia come Advisor, altrimenti qualcuno dovrebbe spiegare, non tanto a me, ma quanto a tutto il popolo italiano come sia possibile vedere tanti mezzi sulle strade che incutono timore solo a guardarli oppure come possano succedere incidenti come quello occorso recentemente all’aeroporto di Fiumicino.
Ora, o le cose si fanno con il senno giusto o altrimenti è meglio lasciar perdere. Una logica perversa che è oramai divenuta tragica realtà è la stessa poi applicata con la questione degli autovelox. Fare cassa, come si è soliti dire, è assai facile.
Basta piazzare queste diavolerie su strade a quattro corsie è imporre un divieto di non superare i settanta chilometri orari. O peggio, mettere gli autovelox è imporre una velocità di cinquanta chilometri orari.
Ora, se si considera che un ciclista non professionista può raggiungere senza tante difficoltà in pianura velocità che sono ben superiori ai cinquanta chilometri orari, come si può mettere su delle strade statali un tale limite con l’aggravante dell’agguato degli autovelox?
Certamente non occorre scomodare alcun grande economista per comprendere che è solo un vile mezzo per prendere soldi, anche se sarebbe più corretto dire per fare delle vere e proprie rapine legalizzate. Prevenire è meglio che curare non significa far pagare e tanto a me interessa solo questo, cosa che invece fa regolarmente questo tipo di Stato.
Lo stesso discorso, poi, potrebbe essere anche allargato alla questione delle pensioni sociali. Se questa istituzione poteva avere una sua valenza agli albori del secolo scorso, oggi non riesco proprio a comprenderla. Ragione per la quale mi chiedo se lo stato italiano si sia mai domandato: ma questo soggetto che oggi mi chiede la pensione sociale in tutti questi anni come ha fatto a vivere?
Non si può di certo ipotizzare che si possa arrivare ad avere oltre sessant’anni e non aver mai percepito alcun guadagno. Purtroppo molti nostri politici si riempiono la bocca di paroloni come stato sociale, senza poi comprenderne il vero senso. E tutte queste sono solo alcune delle iniquità sociali che sia come cittadino e sia come Advisor condanno fermamente.
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