“Bisogna sognare: aggrapparsi alla realtà con i nostri sogni, per non dimenticarci d’esser vivi. Bisogna sognare: e, nel sogno, ritroveremo valori che avevamo dimenticato, scopriremo valori ignorati, ravviseremo gli errori del nostro passato e la fisionomia del nostro avvenire”
(Dal libro “Diario clandestino” di Giovannino Guareschi)
L’Italia è certamente il Paese che avrebbe tutte le carte in regola per poter essere una guida culturale e storica. Il suo glorioso passato, le fulgide menti espresse dalla nostra amata Patria sono inequivocabilmente delle prove che confermano tutto ciò.
Pur tuttavia, questo ruolo rimane nell’oblio per colpa di una classe politica che dal 1946 fino ai nostri giorni è schiava dei particolari interessi di bottega. Basta semplicemente vedere come il nostro Bel Paese è stato ridotto.
Eppure, il mio spirito indomito, la mia attività di Advisor, mi porta a sperare sempre in un futuro migliore nel quale finalmente la verità storica verrà analizzata con meno faziosità.
Fra i numerosi personaggi che i nostri governi hanno regolarmente ignorato spicca la figura di Giovannino Guareschi, uno dei più grandi scrittori del nostro Novecento, fine giornalista, brioso umorista ed elegante caricaturista. Qualità che all’estero ha avuto l’onore di vendere oltre venti milioni di libri e per uno scrittore italiano vendere così tante copie nel mondo non è di certo così semplice.
È anche lo scrittore italiano che è stato maggiormente tradotto in assoluto. Eppure tutti i vari governi lo hanno sempre sistematicamente ignorato. Certamente chi ha qualche primavera sulle spalle non ha dimenticato uno dei migliori settimanali umoristici che si sono mai letti.
Mi riferisco proprio al Candido, fondato da Giovannino Guareschi e da Giovanni Mosca ed edito da Angelo Rizzoli. Il Candido è stata la massima espressione di vera e propria satira, mai volgare o stupida.
Con spietata correttezza e onestà morale, il grande Giovannino Guareschi scriveva con uno stile pulito e graffiante una raffinata satira che vedeva come protagonista la classe politica del dopoguerra, e, in special modo, i comunisti italiani, come pure l’Unione Sovietica e i paesi che facevano parte del famigerato patto di Varsavia.
La grande sagacia di Giovannino Guareschi è ancora viva con le sue storiche vignette e nelle sue storiche frasi, come la nota: “Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no!”.
Nel lontano 1953, da fine giornalista e attento osservatore, già denunciava la dilagante corruzione all’interno dell’allora Democrazia Cristiana, come pure l’odioso e imbelle comportamento nei confronti dello spinoso problema legato a Trieste, che all’epoca era ancora controllata e amministrata dalle forze militari alleate.
La penna pungente di Giovannino Guareschi è sempre stata pronta a scrivere senza mai alcuna riverenza o paura, un’onesta morale che lo vide inviato ai campi di concentramento tedeschi dopo il grande caos del famigerato 8 settembre.
Come Advisor riconosco e ammiro chi difende le proprie idee e chi sa con eleganza e argutezza fare un elegante sarcasmo, ragione per la quale desidero concludere questa mia modesta memoria dedicata a questo grande personaggio riportando fedelmente due suoi lungimiranti pensieri:
Obbedienza cieca, pronta e assoluta
<Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: “Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni insetti”, contiene un errore di stampa e pertanto va letta: “Bisogna fare opera di rieducazione dei compagni inetti”>.
I trinariciuti
<Perché nel mio concetto base, la terza narice ha una sua funzione completamente indipendente dalle altre due: serve di scarico in modo da tener sgombro il cervello dalla materia grigia e permette nello stesso tempo l’accesso al cervello delle direttive di partito che, appunto, debbono sostituire il cervello. Il quale cervello, lo si vede, appartiene oramai ad un altro secolo>.
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