“Non è la specie più forte a sopravvivere e nemmeno quella più intelligente, ma la specie che risponde meglio al cambiamento”
Charles Darwin
Oltre tre quarti del fabbisogno energetico italiano è importato, il che significa che oltre i 3 quarti delle attività in Italia si trovano costrette ad utilizzare energia importata. È abbastanza evidente come questo sia un disavanzo dalle incalcolabili ripercussioni, e di certo non è necessario essere come me un Advisor, per capire l’impatto economico in termini di costi e di resa.
In Europa stanno attualmente, peggio di noi solo la Lituania, l’Irlanda, il Lussemburgo, Cipro e Malta, il che, per tutto rispetto per queste realtà, vuol dire quanto siamo indietro rispetto a Paesi come Spagna, Inghilterra, Francia e Germania.
Un nostro prodotto o servizio, ha già sul groppone questa spesa energetica, cosa che per molti aspetti, ci pone in maniera poco concorrenziale rispetto ad altre realtà che sono meno gravate. Se siamo succubi per quanto verte l’energia importata, siamo anche quelli che la consumano in maniera maggiore.
Ora, io mi domando e dico, perché nessun Governo abbia mai lavorato al fine di evitare una così forte dipendenza in un settore di vitale importanza come lo è appunto quella dell’energia?
Dietro a questo poco apparente menefreghismo, vi è sola ignoranza oppure vi sono forti interessi economici?
Se i dati hanno qualche valenza mi risultano che in media nel nostro paese vi siano all’anno qualcosa come 2600 ore di sole. Non credo che un governo abbia difficoltà nel reperire un tecnico preparato e valido, che sappia dire quanta energia si possa produrre, come pure quanto inquinamento si andrebbe ad abbattere.
Come Advisor ho difficoltà nel credere che a un governo sia così difficile verificare se è vero che una semplice turbina eolica, ipotizziamo da 2 MegaWatt di potenza, sia o meno in grado di soddisfare i consumi richiesti da 3500 persone, oppure se sia vero o falso che possa far risparmiare qualcosa come oltre seimila barili di petrolio, evitando perciò una emissione di CO2 di oltre duemila tonnellate.
Ma la vicenda ha anche dei risvolti che traballano tra il serio e il faceto, che forniscono un vile copione per una tragicommedia.
Al mondo l’Italia è al secondo posto per quanti riguarda l’importazione di energia elettrica, non solo, in quasi tutta la sua totalità, visto che è l’80%, la importa dalla Francia e dalla Svizzera, e che questi paesi, come è notoriamente risaputo, la producono tramite centrali atomiche.
Evito poi di parlare dell’energia prodotta dai termovalorizzatori. Qui da noi salvo parlare, a vuoto fra le altre cose, di risparmio energetico, nulla si fa e nulla sembra che si farà. Il tutto è lasciato in mano all’iniziativa privata, buona e utile, ma di certo non organica.
Ragione per la quale si vedono in alcuni palazzi i pannelli solari e in altri no. La cosa interessante sarebbe comprendere, alla fine dei giochi, tutta questa dipendenza a chi fa comodo, a chi fa gioco, o per meglio dire chi incassa bustarelle e quant’altro.
Oltre che garantire una qualità della vita migliore, oltre che contribuire in maniera concreta e non solo di facciata al benessere del nostro pianeta, l’utilizzo massificato, organizzato e capillare di energia prodotta da fonti alternative produrrebbe un impatto economico di rara forza. Pur tuttavia questo sembra essere ancora oggi una logica fuori portata dai nostri politici.
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