Il finanziamento statale alla Chiesa Cattolica

Il Vaticano è la più grande forza reazionaria esistente in Italia: forza tanto più temibile in quanto è insidiosa e inafferrabile

Antonio Gramsci

Advisor Abbate - CEI

Lo Stato italiano, fin dalla sua costituzione, ha concorso al mantenimento del clero cattolico. Con i Patti Lateranensi, siglati nel 1929, nulla cambiò. Con l’accordo firmato da Bettino Craxi nel 1984, si è, invece, instaurato un vero e proprio finanziamento pubblico, la cui gestione è affidata alla CEI, cioè la Conferenza Episcopale Italiana.

Quindi, da quel momento, lo Stato non solo provvede a tutte le spese di sostentamento necessarie ai parroci, ma si occupa anche di finanziare ogni aspetto vertente la Chiesa cattolica.

Come Advisor, reputo tutto ciò una evidente anomalia, in considerazione poi del fatto, che tale modello è quello utilizzato come punto di riferimento per il finanziamento previsto anche per le confessioni religiose che hanno provveduto a stipulare con lo Stato italiano delle Intese. Quindi, una istituzione come quella della Chiesa cattolica costa a ogni italiano un bel po’ di soldi.

In pratica si paga il mantenimento di una istituzione che non è stata eletta e che non ha alcun vincolo democratico. Qualcuno potrebbe obiettare che è meglio dare i soldi ai preti piuttosto che ai politici, ma reputo ciò un ragionamento forviante e per molti aspetti anche fuori luogo. Il popolo italiano ricorda ciò che gli altri vogliono che si ricordi.

Advisor Abbate - 8 per milleInfatti, credo che sia una sparuta minoranza a rimembrare che, l’ormai più che noto meccanismo dell’8 per mille sull’Irpef, fu una invenzione che vide la luce più o meno alla metà dei craxiani Anni Ottanta. Certamente ancora meno sono le persone che rammentano che tale meccanismo fu ideato, concepito e realizzato da un allora semi sconosciuto Giulio Tremonti, occupato da Bettino Craxi come consulente del suo Governo.

In termini concreti, o per meglio dire monetari, la Conferenza Episcopale Italiana, in virtù di questo meccanismo, è in grado di poter incamerare oltre il 90% del totale dell’otto per mille sull’Irpef. Lo storico Piero Bellini sul Sole 24 Ore nel 1984 definì tutto questo come una “mostruosità giuridica”.

Come si sa molto bene, è davvero una impresa disperata il riuscire a fare i conti in casa del Vaticano. Pur tuttavia, quasi per miracolo, la CEI diventa fonte attendibile per comprendere quale sia la fine di questi soldi, e il mezzo utilizzato per sapere tutto ciò è proprio il bilancio annuo che stila in merito all’8 per mille.

Dall’analisi appare evidente che su 5 euro che vengono versati, uno è destinato per interventi di carità, e che il resto, cioè 4 euro, sono incamerati sotto la voce autofinanziamento. Quindi, i nostri soldi vengono utilizzati per pagare tutti i suoi sacerdoti, e l’oltre mezzo miliardo di euro rimanenti è distribuito dalla CEI come meglio reputa opportuno.

Non per nulla pullulano spese di catechesi, esigenze di culto, come pure non mancano attività immobiliari e finanziarie.

La Chiesa, quindi, continua tranquillamente ad essere influente anche nel quadro generale finanziario e politico, a governare abilmente il Palazzo e vantare anche una non scarsa presenza in televisione, visto che è seconda solo ai politici.

Advisor Abbate - ratzingerEppure, anche come Advisor, sono sempre più convinto che l’intero apparato del clero si illuda basandosi esclusivamente su quella che è una mera equazione mediatica, malattia, che del resto anche la nostra classe politica ne risulta colpita.

Visibilità uguale consenso, infatti, non funzione sempre e a tal proposito desidero riportare integralmente il grido di allarme lanciato diversi anni fa da un teologo definito allora reazionario, Joseph Ratzinger, il quale ammonì: “La Chiesa sta divenendo per molti l’ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo”.

Nel 1600, esattamente il 17 febbraio, a Roma in Campo dei Fiori, con la lingua serrata in una morsa per evitare che dicesse altro, fu fatto bruciare vivo dalla Chiesa Cattolica un certo Giordano Bruno, che fra le tante parole dette aveva osato sostenere che se “l’Universo è infinito, nessun suo punto ne può essere considerato il centro”.

 

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