“C’è solo un modo per uccidere il capitalismo: con tasse, tasse e ancora più tasse”
Karl Marx
Tanto la frode quanto l’evasione fiscale riguardano tutti noi. Infatti, questi avvenimenti si possono verificare all’interno di uno stato come pure in diversi altri paesi. È perciò un fenomeno che non riguarda esclusivamente l’UE, ma è un qualcosa che si sviluppa a livello mondiale.
È per questo motivo che un solo Stato difficilmente può riuscire a trovare una valida soluzione. Come Advisor reputo che l’UE e i suoi Stati membri debbano lavorare di più insieme per combattere internazionalmente il problema, quindi in patria e all’estero.
È pur vero che la riscossione delle imposte e la lotta contro la frode e l’evasione fiscale sono entrambi le competenze degli Stati membri dell’UE. Tuttavia, in un mondo dove la globalizzazione avanza, l’Unione europea fornisce un quadro e dà strumenti per affrontare in modo efficace i problemi di tassazione transfrontaliera.
Ma vediamo di comprendere meglio quali sono le competenze attuali dell’Unione Europea e quali potranno essere quelle future.
Attualmente, con vari mezzi, tra cui informatica, l’UE consente lo scambio e la cooperazione tra gli Stati membri, permettendo, quindi di poter reperire informazioni su tutti i tipi di imposte, comprese le imposte sul risparmio e l’IVA. Quindi, di fatto, l’attuale normativa UE consente la collaborazione tra le autorità fiscali nazionali in modi diversi.
Inoltre, sono stati creati differenti gruppi di esperti. Il Codice di condotta in materia di tassazione delle imprese, in cui operano i paesi dell’Unione europea, permette, ad esempio, di valutare i sistemi fiscali al fine di identificare eventuali pratiche dannose. Questo gruppo creato incarna l’impegno degli Stati membri di porre fine alle pratiche dannose esistenti e l’astenersi dall’introdurre delle nuove.
Vi è poi il gruppo per la politica fiscale, all’interno del quale i rappresentanti dei ministri delle finanze dell’UE, discutono di questioni come la doppia imposizione e l’evasione fiscale. Pertanto, pare più che evidente l’esistenza di numerosi gruppi rappresentanti sia gli Stati membri e sia le imprese, con una più che evidente voglia di discutere il come poter migliorare il funzionamento pratico dei sistemi fiscali.
Come Advisor ricordo poi che esiste il programma Fiscalis, sviluppato con l’intendimento di facilitare le visite negli altri stati membri da parte dei funzionari del fisco, così come sviluppare azioni congiunte. Ma nonostante tutto, non vi è dubbio che l’attuale quadro giuridico e tecnico abbia bisogno di essere rafforzato.
Tra le future competenze dell’Unione Europea vi deve essere un continuo sforzo nel monitorare costantemente le proprie attività, per poter effettivamente prevenire e combattere ogni possibile forma di frode e di evasione fiscale.
È fondamentale che vengano adottati dei più incisivi piani d’azione, come pure creare dei validi sistemi e misure di lotta contro la frode e l’evasione fiscale, e questo sia per l’oggi quanto per il domani.
È vitale intraprendere delle azioni concrete per proteggere le entrate fiscali degli Stati membri nei confronti di una pianificazione fiscale aggressiva, svolta dai noti paradisi fiscali e dalla concorrenza sleale.
Reputo che per gli Stati membri, le priorità attuali siano quelle di raggiungere, a livello nazionale, i progressi necessari per quanto riguarda le loro amministrazioni e i propri sistemi fiscali, e utilizzare pienamente gli strumenti europei esistenti ma anche di concordare, se ci si manifestasse necessario, nuove regole e nuovi strumenti.
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