“La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie”
John Maynard Keynes
Come Advisor sono sempre particolarmente attento a studiare fra le altre cose, le varie dinamiche che regolamentano il mercato finanziario ed economico industriale. Ovviamente un occhio di riguardo lo dedico anche a tutto ciò che riguarda le vendite online, un mercato dalle enormi potenzialità.
Uno degli strumenti utili per comprendere quale possano essere i mercati che offrono un maggiore potenziale di vendita online è il T-Index. Per i non addetti ai lavori, questo è un indice statistico il quale porta a conoscenza quale può essere la quota di mercato che risulta essere in linea per Paese. In sostanza il T-Index riesce in questo andando a combinare il numero degli utenti di internet, con quella che è la stima del Prodotto Interno Lordo, cioè il PIL, pro capite.
Se i fatti confermeranno le previsioni, il Brasile, attualmente al settimo posto, potrebbe balzare già alla fine del 2015 al quarto posto a livello mondiale, divenendo, pertanto, uno dei più grandi mercati del commercio elettronico. Oggi il Paese appare dietro agli Stati Uniti, per quanto riguarda le vendite di e-commerce al mondo, seguito da Cina, Giappone, Germania, Gran Bretagna e Francia.
Ma è anche importante studiare in economia il BRIC, il quale è un raggruppamento che vede coinvolti paesi come Brasile, Russia, India e Cina, tutti Paesi con uno stadio di sviluppo economico recentemente avanzato. Oltre a ciò, è anche doveroso sottolineare che sono Paesi che, oltre a presentare una situazione economica in via di sviluppo, hanno una grande popolazione.
La Russia ha oltre centoquaranta milioni di abitanti, il Brasile oltre duecento milioni, India e Cina hanno, ciascuna, una popolazione di oltre un miliardo di persone, inoltre hanno tutte un territorio immenso, copiose risorse strategiche naturali e, cosa ancora più importante, sono tutti Paesi caratterizzati da una forte crescita del loro prodotto interno lordo, ma anche della quota nel commercio mondiale, in particolar modo in questa fase introduttiva del XXI secolo.
L’acronimo BRIC è stato coniato nel 2001 da Jim O’Neill, della banca di investimenti Goldman Sachs, ed è entrato in uso diffuso come simbolo del cambiamento del potere economico globale. In seguito con l’aggiunta del Sud Africa è nato l’acronimo BRICS, che con l’aggiunta della Turchia è divenuto BRICST.
Senza voler fare facili polemiche, come Advisor reputo che sarebbe forse il caso che i grandi economisti europei prendessero nota dell’esistenza di questi poderosi blocchi prima di vantare e parlare di economia europea.
Tra il 2010 e il 2011, l’e-commerce in Brasile è cresciuto del 26%. La quota della Cina dovrebbe salire dal 11,5% del 2011 al 18,8%.
Lo studio 2015 T-Index indica, chiaramente, che se le aziende riescono a far conoscere i loro siti in questi mercati, possono accedere al 50% del potenziale di vendita on-line. L’opera mostra la suddivisione del mercato da parte dei Paesi e combina la sua popolazione con il reddito pro-capite. Fornendo, quindi, alle varie società interessanti informazioni per selezionare il mercato ove si vuole operare, nonché i dati per una posizione di successo.
Ovviamente i dati debbono essere letti da chi comprende e conosce le potenzialità, altrimenti sono aridi numeri. Per intendere ancora meglio, se gli Stati Uniti dispongono di 170 milioni di consumatori del commercio elettronico, la Cina ha attualmente 145 milioni di acquirenti online. La Cina è destinata, pertanto, a detenere un forte potere nel mondo dell’e-commerce, attraendo milioni di consumatori nel fare acquisti su internet.
È anche da rammentare che il comportamento online del consumatore cinese è diverso da quello dei consumatori di altri Paesi. Infatti, il consumatore cinese non cerca prodotti con sconti sulla spesa virtuale, ma prodotti unici, come pure il servizio clienti di qualità, comodità e divertimento.
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