Nel nostro tempo la sventura consiste nell’analfabetismo economico, così come l’incapacità di leggere la semplice stampa era la sventura dei secoli precedenti
Ezra Pound
Come Advisor reputo che per una nuova reale politica economica sia più che necessario porre l’accento su determinati nuovi elementi e che sia giunto il tempo di costruire una agenda fiscale ed economica alternativa.
Più volte si è potuto riscontrare quanto siano state inefficienti ed inefficaci le numerose manovre fiscali realizzate dai vari governi che si sono succeduti. È innegabile che il più delle volte siano stati richiesti dei sacrifici fondamentalmente inutili, visto che la maggioranza di essi erano volti a mantenere in piedi tutta una serie di privilegi di una casta politica del tutto inetta e incapace.
Il taglio all’economia non porta mai a nulla, e questo sono proprio i fatti a dimostrarlo. Da sempre presentata come unica ancora di salvezza per l’economia e per il Paese Italia, ogni manovra fiscale e finanziaria ha continuamente, nella sua realtà, protetto le solite improduttive lobby, a danno, perciò dell’intera comunità.
Non per nulla, i vari aggiustamenti in materia fiscale promessi come liberazione da un sistema oppressivo di tasse, si sono rilevati alla fine mezzi e strumenti buoni solamente ad aggravare la situazione. Tutto è svolto non per un reale interesse nazionale, ma solamente per un meschino interesse di casta, per mantenere inalterati i vantaggi oscuramente ottenuti.
Grazie alla combinazione di questo elevato interesse della politica e dei suoi indegni rappresentanti, la situazione reale del Paese Italia è sotto gli occhi di tutti.
Il rischio grosso che si corre, e che dai più è volutamente sottovalutato, e che si possa innescare un pericoloso circolo vizioso negativo che andrà a ridurre ulteriormente il dinamismo dell’economia e i sacrosanti diritti dei cittadini.
Come aggravante e che tutto ciò porterà benefici esclusivamente alla classe politica.
L’indebitamento finanziario pubblico ha raggiunto le note ragguardevoli cifre esclusivamente per sprechi e per volontà di mantenere ben salde le leve del comando e i relativi privilegi. Non per altre motivazioni.
Se l’obiettivo primario della politica è di ridurre questo divario, le misure adottate vanno nella direzione opposta. Non è di certo necessario fare calcoli sofisticati per arrivare a comprendere quale potrà essere il risultato se si continua su questa strada. Né vi sono molte positive speranze in merito al rapporto debito e PIL.
Naturalmente gli economisti premono per far sì che si possa attivare un reale mercato, ma non tutti ragionano per andare nella stessa direzione. Non sono di certo pochi gli economisti al servizio di forti gruppi di potere che poi determinano e creano crisi economiche.
Come Advisor sono dell’opinione che tra i punti principali per avviare una nuova e sana politica economica, vi sia quello di porre lo Stato ad un effettivo servizio del cittadino. È certamente giunto il momento che la cosiddetta spesa sociale sia effettivamente attivata e non utilizzata per acquistare e mantenere favori in vista di elezioni.
Reputo che gli investimenti e i servizi pubblici siano di fondamentale importanza per raggiungere obiettivi produttivi reali e per evitare una completa paralisi economica. Altrimenti, credo, che alla fine saremo sempre ancora più poveri e indebitati.
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