Non esisteva né un prima né un dopo né un altrove da cui immigrare
Italo Calvino

Come Advisor sono dell’opinione che non siano state attivate né dalla Unione Europea e tanto meno dal nostro governo, serie e reali nuove politiche per arginare e bloccare i numerosi sbarchi che vedono il nostro paese in prima linea.
Se fino a non molto tempo fa la rotta verso Lampedusa era la strada preferita, oggi anche le rotte viarie terrestri vengono ad essere sempre più battute. Certamente il problema ha radici profonde, come pure il fenomeno non è di recente apparizione.
Infatti, è già da tempo che il Mediterraneo, e in particolare le coste italiane, sono meta di questi traffici. Inoltre, è anche da considerare come tale problematica sia anche ancor di più aggravata dalla nota instabilità politica tanto nel Nord Africa quanto in Medio Oriente, in gran parte a causa di errori politici commessi dall’Europa stessa.
Per quanto mi riguarda, sono più che convinto che il punto focale della questione e che difficilmente: l’Unione europea potrà mai essere considerato un partner credibile a livello internazionale in merito alla attuazione di vere nuove politiche volte a risolvere questa situazione. Di certo, non è a suon di proclami e di principi che non vengono poi mai applicati che si può arrivare ad una definizione conclusiva.
Il falso perbenismo, di fatti, sta provocando lacerazioni che, alla lunga, si potrebbero rilevare insanabili. Reputo errato nascondersi dietro la tanto decantata Carta dei diritti fondamentali, per assolvere e quasi giustificare tutto quello che sta capitando. Se, in linea di principio è corretto voler salvaguardare quelli che sono i cosiddetti fondamentali diritti, tra i quali la dignità umana, l’uguaglianza, la libertà e la solidarietà è anche vero che un reale potere normativo debba anche essere in grado di effettuare i doverosi controlli e analizzare i vari casi.
Giocare sulle parole significa fare della politica vecchio stile ed è quanto si sta vivendo in maniera drammatica. Pur essendo doveroso per un Paese che si reputa civile saper attuare un trattamento umano, non si può però pretendere che vengano ad essere annullata ogni forma di prevenzione e di controllo.
Il traffico dei cosiddetti immigrati, che poi nella realtà sono clandestini, è notoriamente sotto controllo di vari clan e lobby, e si sa anche bene chi sono e dove operano. Eppure, ancora oggi nulla è stato fatto per debellare questa piaga.
Molti attivisti, pagati poi da chi non si sa, si considerano in partenza contrari ad ogni tipo di salvaguardia e tutela del territorio nazionale, reputando e indicando questi immigrati clandestini come ospiti che debbono ricevere aiuti. Nulla in contrario, se effettivamente si tratta di persone scappate a guerre. Ma, come si sa molto bene, la quantità di tali soggetti è davvero minima.
Nessuno vuol fare un fascio di tutta l’erba, ma un distinguo, soprattutto in clima di atti terroristici, deve avvenire. Quello che alle volte si dimentica e che è in gioco la stessa credibilità europea.
Come Advisor, sono del parere che l’identità del progetto europeo sia già partita con il piede sbagliato, credendo che fosse più che sufficiente emanare una moneta unica per essere una reale realtà politica unica, e che oggi, drammaticamente stanno arrivando tutti i nodi al pettine.
Basti semplicemente pensare a tutte le critiche rivolte nei confronti della politica del Primo Ministro della Gran Bretagna, Cameron, il quale si è opposto al rafforzamento dei fondi per i salvataggi nel Mediterraneo, proponendo, invece, un significativo intervento militare in acque territoriali libiche.
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