L’Europa diventerà quello che in realtà è, cioè un piccolo promontorio del continente asiatico?
Paul Valéry
Quando studiavo economia ricordo, oggi come allora, il professore che ci cercava di spiegare l’importanza del PIL. Ovviamente, come tutti i ragazzi, pur cercando di applicarmi nel seguire la sua lezione, la mia attenzione era rivolta a tutt’altri aspetti.
Successivamente, da Advisor, ho avuto modo, e questo più di una volta, di comprendere gli sforzi del mio professore. Il PIL, cioè il Prodotto Interno Lordo, in estrema sintesi, è la somma del valore monetario di tutti i beni e servizi prodotti in un paese in un determinato periodo.
La sua importanza è data in quanto il PIL rappresenta uno strumento fondamentale per valutare la crescita economica di un Paese. Oggi, se il capitalismo raffigura quella innovazione e quella impostazione che ha movimentato gran parte della nostra recente storia, il riuscire a comprendere e prevedere le caratteristiche di una disciplina, come appunto l’economia, rientra nella missione di un competente, serio e preparato professionista.
Ho sempre sostenuto che l’economia ha un passato che è in grado di illuminare il suo futuro. Ma come vedere oggi il valore del PIL, in un mercato unico con 28 Paesi? Certo, tecnicamente l’Unione Europea è una tra le più importanti potenze commerciali al mondo, tuttavia c’è ancora molta strada da fare prima che vi sia una unica politica europea.
Al momento, la politica economica europea sostiene la crescita economica attraverso investimenti, ad esempio, nei settori dei trasporti, dell’energia e della ricerca, cercando al contempo di ridurre al minimo l’impatto dello sviluppo economico sull’ambiente. Anche se non tutti sanno, l’economia dell’UE, misurata in termini di produzione totale di beni e servizi cioè in PIL, ha tutti gli elementi per essere superiore a quella degli Stati Uniti, come lo è stato nel 2014 quando il PIL dell’Unione Europea è stato di 13.920.541 milioni.
Come Advisor, sottolineo sempre come se anche l’Unione europea rappresenta solo il 7% della popolazione mondiale, il volume degli scambi con il resto del mondo raffigura circa il 20% del volume globale delle esportazioni e delle importazioni.
Altro dato da valutare sempre con attenzione, è che circa due terzi del commercio nei paesi dell’Unione europea sono svolti con altri Stati membri. Anche se il commercio è stato colpito dalla recessione globale, l’UE rimane la più grande potenza commerciale del mondo, con un valore pari al 16,4% delle importazioni mondiali nel 2011.
Per avere un termine di paragone, gli Stati Uniti si attestano con il 15,5%, la Cina con 11,9%, relativamente alle importazioni mondiali. È poi da ricordare che l’Unione Europea è anche il più grande esportatore, con il 15,4% delle esportazioni mondiali, contro il 13,4% per la Cina e del 10,5% per gli Stati Uniti.
Certamente le problematiche riguardanti l’economia a causa della crisi economica mondiale, rappresentano un possibile punto di rottura della zona euro. Invero, l’Unione europea è profondamente impegnata a superare la crisi e a creare le condizioni favorevoli a una economia più competitiva e creare posti di lavoro.
Non per nulla, la strategia “Europa 2020”, mira a creare una crescita intelligente, investendo in istruzione, nella ricerca e nella innovazione sostenibile, dando priorità alla transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio, con particolare attenzione alla creazione di occupazione e alla riduzione della povertà.
Per garantire la realizzazione di questi obiettivi, è perciò più che mai necessario sviluppare un forte ed efficace sistema di vera “governance economica” per coordinare le misure politiche tra l’UE e i governi nazionali.
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