Avvertimenti di un crollo economico mondiale in corso

La parola crisi, scritta in cinese, è composta da due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità

John Fitzgerald Kennedy, discorso a Indianapolis, 1959

Advisor Abbate - crollo

Qualcosa di molto sbagliato sta accadendo proprio ora. In forma giornaliera da Advisor seguo, quasi minuto dopo minuto, l’andamento dell’economia mondiale e noto, con vivo disappunto, che molti operano come se effettivamente tutto fosse sotto controllo.

Eppure, ho la netta sensazione che una minaccia sia all’orizzonte, che vi sia, pertanto, la possibilità che si possa rompere definitivamente il meccanismo che regola l’economia mondiale.

Un qualcosa, pertanto, sta prendendo sempre più forma all’orizzonte, e sembra quasi che nessuno voglia accorgersene.

Non è da dimenticare, e questo gli economisti e gli analisti dovrebbero ben saperlo, che un possibile collasso economico non è un evento singolare, ma si tratta di un processo che può essere più o meno lungo. Forse non è vero che è dal 2008 che è in corso una vera e propria crisi? Non è forse vero che i governi applicano sempre più una devastante pressione fiscale sulla popolazione e sulla imprenditoria?

Le statistiche, che alle volte lasciano il tempo che trovano essendo soggette a manipolazione, tuttavia, lanciano messaggi che vengono ad essere ignorati costantemente.

Quindi, il più delle volte i dati esistenti sull’economia mondiale sono rifiutati dagli enti governativi e da quanti operano in questo delicato e importante settore.

È vero: i mercati internazionali, pur soffrendo, stanno cercando di arginare la follia scatenata dopo gli eventi a cavallo del 2008 e del 2009, ma mancano i presupposti per un quadro generale più rasserenante.

Se c’è una lezione che ho imparato bene durante tutta la mia carriera di Advisor è proprio quella di mai sottovalutare il potere di pregiudizio dei mercati. Il falso sogno di un rapido recupero è una lezione che, chi ha studiato la Grande Depressione americana, dovrebbe tenere sempre a mente prima di lanciarsi in facili e futili entusiasmi.

Improvvise inversioni mozzafiato, il crollo delle transazioni come pure le tendenze, sono, ancora oggi, alcuni dei fondamentali economici da saper valutare e controllare. Le varie istituzioni stanno facendo notevoli sforzi per celare le fondamenta sulle quali si basa attualmente l’intera economia mondiale.

Advisor Abbate - wall streetIl pubblico, cioè poi gli investitori, sono invasi da una vasta portata di distorsioni statistiche economiche. Fino a quando i banchieri centrali ed i governi riescono a convincere il pubblico che la crisi che si sta attraversando non è la testimonianza di una vera crisi, potranno continuare a far credere lucciole per lanterne. Ma, per fortuna, sembra sempre più evidente che i giorni della disinformazione sul sistema finanziario stiano volgendo al termine.

Sempre più investitori iniziano ad assorbirne la vera realtà, e di come l’economia globale possa essere soggetta ad un vasto scenario nel quale i dati reali parlano di crisi.

L’unica vera e reale risorsa che vale, è propriamente quella di non sottovalutare i segni di un possibile crollo, di non emarginare, sottovalutandoli, i dati, reputandoli esclusivamente come minimali. In sostanza, di non fare esattamente gli stessi errori che sono stati commessi all’inizio della Grande Depressione.

Non siamo arrivati all’ora zero, ma è anche ora di smettere di raccontare storie, di utilizzare intere legioni di menzogne, come, ad esempio, che la “momentanea” crisi è stata causata dal contagio cinese.

Barbara Rockefeller, economista internazionale, una veterana nonché vera pioniera della analisi tecnica in particolare sulle valute estere, ha detto: “Un’altra cosa che non importa molto è il crollo delle scorte cinesi. La Cina potrebbe essere grande e potente, ma manca una base di vendita al dettaglio e di gestori di fondi con esperienza nelle variazioni dei prezzi …”. Eppure la Cina è indicata, da più parti, come la colpevole di tutti i mali globali riguardanti la struttura economica.

La verità è che si scontrano i titoli azionari globali, cosa che, senza dubbio, continuerà nei prossimi mesi. Praticamente ogni singola nazione su questo pianeta, ogni economia sovrana, ha consentito alle banche centrali e internazionali di “avvelenare” ogni aspetto dei propri sistemi con il debito e la manipolazione. Questo non è un problema di “contaminazione”, ma è un problema sistemico di tutte le economie di tutto il mondo.

“L’incidente Cina” non è importante perché potrebbe portare nefasti eventi, ma lo è come segnale, visto che la Cina è il più grande importatore ed esportatore al mondo. È un banco di prova per la salute finanziaria di tutti gli altri paesi. Se la Cina è in calo, questo significa che non stiamo consumando e se non consumiamo, allora potremo essere in bancarotta.

Solo dei seri e preparati tecnici potranno salvare la struttura finanza globale, fornendo tutti quegli strumenti che permettono tale salvataggio.

 

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