Il PIL, conosciamo meglio cosa esso sia

“Il mondo che vorrei? Un mondo che non persegue la crescita del PIL come fine unico che determina una condizione di generale mal vivere, lanciati, come siamo, in una folle corsa verso lo sfacelo globale”

Ignazio Fresu

Advisor Abbate - Istat

Una delle basi nella mia attività di Advisor è quella di individuare quali sono i fattori che influenzano la crescita della economia. Tra questi, rientra il più o meno noto PIL.

Non per nulla, il Prodotto Interno Lordo, conosciuto appunto come PIL, è uno di quegli elementi che potrebbe essere anche fondamentali e in grado di poter influenzare le scelte economiche da parte degli investitori. Una classica reazione dei mercati all’annuncio della crescita del PIL, ad esempio, è quella di infondere un buon umore nel mercato e favorire le previsioni di possibili investimenti.

Ma vediamo di comprendere meglio cosa esso sia, partendo proprio con la definizione di PIL. Per Robert Kennedy il “Pil misura qualunque cosa, tranne ciò per cui vale la pena vivere”. Pur potendo essere concettualmente in accordo con tale pensiero, tuttavia il Prodotto Interno Lordo è propriamente l’insieme di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese per un periodo di tempo.

Dal momento che un punto molto importante riguardante il PIL è che esso calcola solo i beni e servizi finali, è, per lo più, considerato un indicatore.

Di fatto, per una grande parte di economisti, il PIL non è giudicato in grado di saper indicare con precisione quale sia la ricchezza reale di una nazione. Ma vediamo di comprendere il perché di questo pensiero, e lo facciamo andando a spiegare come esso viene ad essere calcolato.

Dalle automobili ai prodotti agricoli, dai servizi che sono erogati da aziende pubbliche, assicurazioni e banche, alle navi. In pratica, il PIL analizza l’insieme di quelli che sono i servizi e i beni che vengono ad essere prodotti in un determinato periodo da un Paese.

EuroÈ, quindi, un processo assai complesso, e che, in Italia, è affidato all’Istat. In sostanza, nella somma vi è concentrato tutto ciò che è prodotto in Italia analizzando oltre cento diverse attività economiche nelle quali sono classificate quelle che vengono definite unità produttrici, il tutto per oltre cento di diversi tipi di servizi e di beni.

Come dati di partenza possono essere utilizzati i dati relativi ai bilanci di ogni impresa sia industriale sia di servizi, bilanci che vengono depositati presso le Camere di Commercio, oppure comunicati all’Istat.

Oltre a ciò sono utilizzati i dati Istat relativi al settore agricolo, sulle banche e di altre istituzioni finanziarie, della Banca d’Italia. Altri bilanci provengono dall’ISVAP, altri dalle Amministrazioni pubbliche e varie altre informazioni che provengono da associazioni di categoria e grandi imprese.

A questo si aggiunge il valore dei servizi e dei beni che sono importati dall’estero e una stima di quelle attività che per evasione o elusione, non sono dichiarate. In Italia, quindi, in questo modo si ottiene il totale dei servizi e dei beni offerti.

Il valore, dovrà essere, perciò, uguale alla domanda. In altri termini a tutto ciò che viene consumato o utilizzato sia all’interno del Paese e sia esportato.

Come Advisor, reputo, comunque, che l’espansione di una data economia sia il prodotto fondamentalmente di quattro variabili e cioè consumi, investimenti, spesa pubblica e bilancia commerciale.

 

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