“L’uomo ragionevole adatta sé stesso al mondo, quello irragionevole insiste nel cercare di adattare il mondo a sé stesso. Così il progresso dipende dagli uomini irragionevoli”
George Bernard Shaw
Senza dubbio, da Advisor, reputo che sussista un grande rapporto di dipendenza tra l’economia e la tecnologia. D’altra parte, è proprio a partire dal XVIII secolo, in pratica con la rivoluzione industriale, che ci sono stati i grandi cambiamenti per l’economia di ogni Paese.
Il fatto di utilizzare moderne attrezzature più sofisticate ed efficaci, determina vari cambiamenti positivi sulla economia, perché consente agli imprenditori di poter produrre di più, meglio e in meno tempo, rendendo così il proprio prodotto più economico e con una migliore qualità.
Tuttavia, come Advisor, sottolineo spesso come un uso eccessivo di tecnologia non controllata possa apportare effetti non del tutto positivi tanto alla società quanto all’ambiente. I progressi tecnologici possono essere molto utili per l’economia, purché si attivino le giuste misure per evitare l’inquinamento.
Con l’avvento delle macchine e, successivamente, delle sempre più rilevanti scoperte tecnologiche, si è in grado, pertanto, di poter produrre su larga scala e in maniera molto più economica. Tutto ciò permette di poter accrescere il Pil che potrà, di conseguenza, avere dei valori elevati.
Dalle esperienze passate, tuttavia, è necessario prendere insegnamenti.
Quanto avvenne negli Stati Uniti negli Anni Trenta del secolo scorso deve essere sempre un ammonimento per non commettere nuovamente pericolosi e terrificanti errori di valutazione. Il meccanismo crescita economica e progresso è molto delicato e complesso.
Bastano pochi errori per creare una massa di disoccupati non più in grado di acquistare i beni così facilmente prodotti. Se ciò dovesse avvenire sarebbe, oggi più che mai, una catastrofe globalizzata. Da una parte si avrebbe un accumulo di scorte immense e dall’altra un potere di acquisto ridotto ai minimi termini.
Non potendo smaltire i beni prodotti si avrebbe, poi, la bancarotta delle imprese, il che andrebbe ad avere un ingrossamento ulteriore della fila dei disoccupati. Il tutto sarebbe una economia povera se non addirittura morta.
Se da un lato, dunque, è giusto produrre progettando in maniera da poter ricavare il massimo del profitto, dall’altra è quanto mai conveniente, se non proprio necessario e utile, in primo luogo evitare una produzione selvaggia e in secondo luogo determinare un corretto potere d’acquisto per i cittadini. In questo modo si potrà evitare tutto quel panico che avvenne con le errate valutazione effettuate negli Anni Trenta.
Ciò che è successo nel passato deve, per questo, essere un monito, un terribile e terrificante test che ha dimostrato al mondo intero cosa si ottiene badando esclusivamente al profitto senza avere anche come punto di riferimento una visione economica e sociale.
In conclusione, una economia sana è quella che può superare le crisi senza compromettere la sua popolazione, quella che consente il benessere di chi vive in quel Paese.
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