“Sono un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo”
Socrate
L’interculturalità è entrata a far parte del mondo degli affari da dopo la seconda guerra mondiale e si caratterizza per l’integrazione e lo scambio tra culture diverse, generando un flusso continuo di informazioni, idee e persone.
Questo incontro con tale complesso sistema di sostanziali differenze reputo, da Advisor, sia divenuta una dote importante per i professionisti del mondo degli affari.
A partire dal 1980, infatti, con l’avanzare della globalizzazione e con l’espansione dei contatti tra i paesi, l’interculturalismo è diventato ancora più importante. Ragione per la quale, è divenuto vitale sapere come trattare con i mercati culturalmente diversi.
D’altra parte, un elemento di differenziazione competitiva e un requisito fondamentale per i grandi leader. In teoria, il mondo degli affari è governato da principi come l’acquisto, la vendita e dalle condizioni degli scambi.
Tuttavia, ogni giorno molti affari possono essere messi a rischio, o addirittura persi, proprio a causa di sottigliezze culturali. Questo perché i comportamenti che sono accettabili e normali in una società possono essere offensivi per altri. Quindi, il saper trattare le differenze culturali è una competenza preziosa.
Non per nulla, i professionisti devono conoscere non solo gli elementi culturali che costituiscono ciò che chiamiamo la “punta dell’iceberg”, ma soprattutto quelli che sono immersi.
Il modello Iceberg si basa sul presupposto che la cultura di un popolo ha aspetti visibili come, per esempio, la lingua, la musica, il folklore, la letteratura, l’abbigliamento e invisibili, come la morale, l’impegno sociale, solo per citarne alcuni, come pure vi siano codici, come i gesti, che racchiudono un profondo significato.
Per far comprendere meglio la questione, come Advisor ricordo che la religione, gli antichi codici di condotta, l’importanza della famiglia e del linguaggio ancora oggi sono aspetti determinanti in quella che è la cornice culturale di molte società asiatiche.
Una volta, e me lo ricordo come fosse ieri, un uomo d’affari di Hong Kong, mi raccontò che molti stranieri si lamentavano per la mancanza di un sistema di leggi commerciali in Cina e che lui disse che essendo cinese poteva tranquillamente lavorare basandosi su una stretta di mano.
Negli Stati Uniti, raramente, un uomo saluta una donna con un bacio sulla guancia. Il rispetto è una stretta di mano. A molti americani, inoltre, non piace e non accetta di essere chiamati con il loro nome di battesimo, cosa che viene interpretata come mancanza di rispetto.
In Argentina la cortesia è sempre ben considerata e avendo un concetto di famiglia molto radicato, non è raro che in una trattativa commerciale vengano ad essere poste anche domande personali sulla propria vita familiare.
In Messico, invece, non è consigliabile chiedere notizie in merito alle origini familiari, visto che la cosa è considerata estremamente maleducata. Nel mondo degli affari francesi non si deve essere eccessivamente amichevoli, cosa che può generare sospetti e far naufragare una intera trattativa.
Da tutto ciò emerge chiaramente quanto sia sempre più indispensabile ricorrere a dei consulenti specializzati nelle relazioni interculturali e, quindi, quanto sia positivo investire nella loro competenza interculturale per un buon affare.
È, in conclusione, proprio il possesso delle necessarie informazioni culturali lo strumento chiave con il quale si può essere certi di stabilire una connessione reale e favorire il potenziale creativo e vitale del rapporto necessario a sviluppare proficui affari.
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