Il turismo, la nuova frontiera dell’economia

Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina

Agostino d’Ippona

Advisor Abbate - turismo, aereo, viaggi

Il settore del turismo ha mostrato notevole capacità di recupero nonostante, negli ultimi anni, vi sia stata una generale instabilità politica, come pure le guerre, le catastrofi naturali e la crisi finanziaria globale.

Il Giappone è un buon esempio. Il numero di turisti è crollato dopo il terremoto e l’incidente nucleare di Fukushima nel 2011. Ma già a partire dal 2013, il paese ha registrato un record di oltre 9 milioni di visitatori.

Quindi, come Advisor vedo il turismo come una nuova e interessante frontiera per una più dinamica e poliedrica economia. Non per nulla, l’evoluzione della economia mondiale porta a cambiare prospettive in tempi rapidi.

È, infatti, da rilevare come i cittadini dei paesi emergenti stiano sempre più imparando a viaggiare. Se, ad esempio, si osserva come la mole del turismo sia otto volte superiore ad una decina di anni fa, si può comprendere molto bene, come i turisti cinesi abbiano speso, nel solo 2012, qualcosa come 102 miliardi di dollari, quindi, il 37% in più rispetto all’anno precedente, e più di qualsiasi altro paese.

I russi stanno sempre più investendo in viaggi e, attualmente, sono ai primi posti per quanto verte le spese di turismo in uscita.

Advisor Abbate - Economia politicaCome Advisor, ho anche notato come, allo stesso modo, il numero di turisti provenienti dall’India sia raddoppiato a partire dal 2006. Un fenomeno quindi di rilevante importanza, supportato anche dalle previsioni dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, la quale ha valutato, a livello mondiale, entro il 2030, un movimento di 17 milioni di nuovi arrivi ogni anno dalla regione Asia-Pacifico, 16 milioni in Europa, 5 milioni nelle Americhe e altrettanti in Africa e in Medio Oriente.

Da ciò, si evidenzia come siano propriamente i paesi emergenti ad attrarre maggiormente più turisti e che nel corso dei prossimi anni si potrà registrare un incremento annuo pari al 4,4% negli arrivi.

È, inoltre, da ricordare come il turismo rappresenti direttamente il 4,2% del PIL, il 5,9% dell’occupazione e il 21% dei servizi di esportazioni dei paesi OCSE, dati giudicati più che sufficienti dai governi indeboliti dalla crisi finanziaria è visti come un catalizzatore per la crescita economica.

Forti di così interessanti prospettive, hanno, di fatto, introdotto nuovi e dinamici modelli di business, volti a ridurre le formalità amministrative. In pratica, attraverso le domande di visto on-line e il controllo delle frontiere automatico, si riducono i tempi di attesa.

La Turchia, per esempio, ha già introdotto le domande di visto elettronico a partire dal 2013, riducendo, in tal modo, le code presso l’arrivo dei turisti.

In una ottica di investimenti, è anche da annotare come i viaggiatori di oggi siano molto diversi dai loro predecessori. Per prima cosa si è elevata l’età, visto che il 23% ha 55 o più anni, il che implica una concertazione di servizi che debbono essere più efficaci, anche per i viaggi visti come di medio o corto raggio.

Nei paesi emergenti, quindi, vi è una forte richiesta di un turismo qualificato, di località raggiungibili anche attraverso prenotazioni on-line, preferite alle tradizionali agenzie di viaggio. Secondo vari studi, si è anche notato che sono alla ricerca di vacanze che siano a tema tanto culturale quanto riguardante il patrimonio enogastronomico, come pure l’avventura resta sempre un classico.

Vi è anche una interessante nicchia del cosiddetto turismo medico, del turismo salutare e del turismo della memoria.

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