“Credo ciò che dico, faccio ciò che credo”.
Victor Hugo
Da Advisor non posso non evidenziare quanto davvero sia stupefacente il popolo italiano. Da fedele suddito del Papa Re, a Sabauda convito, da monarchico a repubblicano, da osservante conservatore a spinto progressista.
Di base, il popolo italiano sembrerebbe non si sia fatto mai mancare nulla a riguardo della coerenza. Non mi sono, poi, mai neppure capacitato di come il popolo italiano sia riuscito, con così estrema semplicità e facilità, a cambiare “alleato” anche durante i periodi bellici.
Eppure, oggi, nel suo complesso pare colpito da un grande sonno. Nulla sembra turbarlo, neppure l’inefficienza della burocrazia, le difficoltà di accesso al credito, le tasse, l’imperante corruzione e neppure un sistema educativo scolastico palesemente inefficiente e non in grado di soddisfare le esigenze di un mondo del lavoro così globalizzato.
Anche se in Italia è dominante una palese ingiustizia sociale e fiscale, il grande sonno del popolo italiano continua.
Eppure, senza prendere in considerazione l’aspetto inflazionistico, periodi come quello tra il 2007 e il 2013 hanno visto far crollare letteralmente il Pil italiano.
Mentre continua il sonno beato del popolo italiano, il Pil tedesco è in crescita e non va poi molto male quello di altri membri dell’Unione Europea.
Anche se è dura da ammettere, credo, e questo come Advisor, che il popolo italiano sia divenuto, improvvisamente apatico. Solo in questo modo si riesce a comprendere il grande sonno degli italiani.
L’aspetto ancor più sconcertante è che neppure i giovani italiani sembrano voler dare segni di un certo risveglio. Quasi rassegnati al loro destino, non provano neppure a ribellarsi alle evidenti inefficienze del sistema, al fatto che il tasso di disoccupazione sia altissimo. Come è possibile accettare in maniera passiva una classe dirigente così come quella che c’è in Italia?
Tuttavia, per fortuna, qualche giovane che non dorme esiste.
Infatti, seppure siano una sparuta minoranza, molti giovani non sognano di andare a lavorare come dipendenti pubblici, ma preferiscono cercare fortuna in altri Paesi.
La mia sensazione del grande sonno degli italiani è condivisa all’estero anche da autorevoli testate di informazione come, ad esempio il The Economist.
Infatti, non molto tempo, ha messo sotto i riflettori della pubblica attenzione, il fatto che in questi ultimi quindici anni, l’Italia ha allevato una generazione di giovani che ha delle difficoltà oggettive nel riuscire ad emergere, e che, tuttavia, questa stessa generazione di giovani sembra non fare nulla per arrivare a scuotersi da questo incomprensibile ed incredibile torpore entro il quale sembra essersi calata. Nella fredda analisi, il The Economist si domanda come mai i giovani spagnoli, per esempio, scendono a protestare in piazza, mentre i coetanei italiani appaiono dormire sonni beati.
Anche se è un vero e proprio schiaffo in faccia, anche se è doloroso, si deve, tuttavia, ammettere che è una più che legittima domanda. Di fatto, si è di fronte ad una spaccatura nel mondo giovanile.
Da una parte, vi sono giovani desiderosi di poter trovare delle migliori opportunità che scalpitano e se ne vanno all’estero, preferendo nazioni come il Regno Unito o gli Stati Uniti, e dall’altra, c’è chi accetta in maniera passiva la situazione nella quale vive.
Un sonno, quindi, ove orgoglio, desiderio di emergere, di avere una posizione qualificata e soddisfacente, sembrano essere stati definitivamente dimenticati e soffocati.
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