“Il bilancio deve essere equilibrato, il tesoro ripianato, il debito pubblico ridotto, l’arroganza della burocrazia moderata e controllata, e l’assistenza alle nazioni estere tagliata, per far sì che Roma non vada in bancarotta.”
Cicerone
In qualità di Advisor, qualche tempo fa mi trovavo ad un convegno sull’economia globale. Durante il rituale momento di pausa dei lavori, uno dei partecipanti, saputo che ero italiano, ha fatto una battuta sulla nostra economia che, in effetti, fotografa perfettamente l’influenza della burocrazia sullo sviluppo della nostra economia.
In estrema sintesi, mi ha detto che se oggi Cristoforo Colombo si fosse dovuto organizzare per andare alla scoperta del Nuovo Mondo e, per fare ciò, si fosse dovuto affidare alla burocrazia italiana, quasi sicuramente l’America sarebbe rimasto ancora un continente tutto da scoprire.
Ovviamente, come italiano non è stato molto gradevole sentirsi dire tutto ciò ma, tuttavia da Advisor devo ammettere che quanto esposto corrisponde alla cruda realtà. Non per nulla, è davvero difficile poter sostenere il contrario.
Infatti, che la burocrazia in Italia sia un peso per lo sviluppo economico, è evidenziato da tutta una serie di eventi quali, ad esempio, i vari miliardi messi a disposizione e non utilizzati per conflitti ministeriali, boicottaggi, lungaggini e ritardi.
Tutto ciò, quindi, non fa altro che andare ad evidenziare come le maglie della burocrazia vadano a rallentare l’economia italiana. Di fatto, siamo di fronte all’inconfutabile evidenza dell’esistenza di un “piovra”, che ha esteso i suoi tenaci tentacoli in quelli che sono i gangli vitali bloccando o, nella migliore delle ipotesi, ritardando ogni possibile prospettiva volta a sviluppare il futuro dell’economia italiana.
Quindi, oltre che aver a che fare con gli atavici mali tipici dell’Italia, quali la criminalità organizzata e la corruzione, si ha a che fare con un vero e proprio mostro partorito e sviluppatosi nel tempo, cioè la burocrazia, un qualcosa che è stato creato proprio dallo stesso Stato italiano.
Un paradosso nel paradosso, con il quale l’economia deve fare i conti ogni giorno e per tutto il corso degli anni. Sarebbe troppo facile portare degli esempi relativi ad oggi.
Infatti, per comprendere la portata nefasta della burocrazia, ci si dovrebbe ricordare che a gennaio del 2012, per quello che era l’allora “Piano contro il dissesto idrogeologico”, a causa di intoppi burocratici dei 750 milioni destinati a tale fine, ne fu utilizzata solamente una minima parte, con conseguenze che sono state caramente pagate successivamente in termini di perdite di vite umane e disastri.
E che fine ha fatto il celebre “Programma per i depuratori” scaturito a seguito delle continue procedure di infrazione espresse dall’Unione Europea? Una dote di quasi due milioni di euro di cui nulla si sa nulla. Nel 2010, giusto per ricordare, erano stati stanziati 358 milioni? Che fine hanno fatto?
Valutazioni negative d’impatto ambientale, guerre fra ministeri per le competenze, proteste delle locali popolazioni, cambiamenti progettuali, bocciature da parte degli enti territoriali. In sostanza ostacoli che sono di varia natura bloccano lo sviluppo economico del paese.
In conclusione, che si tratti di piccoli o grandi programmi infrastrutturali la burocrazia è la vera padrona andando a rallentare all’inverosimile ogni tipologia di realizzazione di ogni opera e attività necessarie a sviluppare una economia.
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