“Io non so se Roma pagana gettò più uomini alle belve che Roma cristiana al rogo”.
Luigi Settembrini
Esiste una effettiva differenza tra quello che è noto come potere temporale e potere spirituale? E tutto ciò come impatta con quello che dovrebbe essere il libero Stato Italiano? Anche se oramai per il calendario cristiano siamo nel 2016, devo osservare, e questo non solamente come Advisor, che per molti appartenenti al clero il tempo è rimasto fermo all’epoca della inquisizione.
Ma oltre a ciò, è anche da notare come nel mondo cattolico l’influenza della chiesa non si limita a questioni religiose ma, ancora oggi, entra nella vita quotidiana e, in special modo, in quella politica. Non si può di certo dimenticare che il Papa, o meglio il Sommo Pontefice, oltre che essere la massima autorità religiosa è anche un sovrano assoluto. Quindi, di fatto, il concetto di “in nome di Papa Re”, vige ancora.
Seppure tanto da Advisor quanto da libero uomo, tutto ciò mi sembra alquanto anacronistico, non posso non rimanere basito di fronte a determinate esternazioni come quelle che si sono sentite recentemente. A tal proposito, sarà bene sottolineare quali e quante differenze esistono tra un normale cittadino e un sacerdote e, in questo caso, non per via del diverso trattamento fiscale.
Infatti, quando un sacerdote parla, forse dovrebbe ricordarsi il suo incarico e la sua posizione. Anche se molti devoti tendono a dimenticarsene, il sacerdote è una figura particolare che è considerata come l’unto del Signore e, ancora oggi, è il mediatore tra il fedele e la divinità, cioè con il Creatore. Di fatto, il rapporto tra Dio e l’uomo è regolamentato proprio dal sacerdote.
Ora, se tutto ciò a un reale valore, sentire frasi “O siete con Salvini o siete cristiani” pronunciate durante la messa da un prete comasco durante l’omelia, fa chiaramente intendere che si travalica il confine tra fede e politica.
Altro esempio è la frase pronunciata da padre Giovanni Cavalcoli a Radio Maria, il quale aveva sostenuto che il sisma che ha devastato gran parte dell’Italia centrale, fosse il “castigo divino” per le unioni civili. Qui, il problema non è se si può essere d’accordo o meno con quanto esposto, ma il chi esordisce con queste frasi, la figura che pronuncia tale affermazione.
Se il popolo parla è il popolo, ma se è un uomo di chiesa che dovrebbe occuparsi di aspetti prettamente religiosi sconfina in quelli che sono gli ordinamenti e le leggi di uno Stato è tutt’altra cosa. Il fatto che i sacerdoti facciano politica e che la politica cerchi sempre l’appoggio del Vaticano è cosa antica e mai risolta. Reputo che molta della arretratezza culturale ed economica dell’Italia dipenda anche da questa sudditanza.
Si tende, nella maggioranza delle persone, molte delle quali sono pie fedeli, a obliare che il potere temporale del Papa è un qualcosa che il Vaticano esercita, ufficialmente, dal 752. Anche se tecnicamente dovrebbe essere decaduto nel 1870, nella realtà e nella concretezza dei fatti, è evidente come le cose siano ben differenti e che, tutto sommato, non vi è stata una concreta, effettiva e sostanziale soppressione del potere temporale del Vaticano.
In conclusione, il potere temporale della Chiesa è ancora forte e, soprattutto, in Italia non si è mai tagliato il nodo facendo sorgere un vero e proprio Stato laico. La fede, il credo non debbono diventare mercanzia, ma a quanto pare il tutto è palesemente vox clamantis in deserto.
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