Stati Uniti, Corea del Nord e Cina: cosa sta succedendo?

Sono finiti per sempre i giorni in cui i nostri nemici potevano ricattarci con bombe nucleari”.

Kim Jong-un

Come Advisor registro con grande preoccupazione il cosa stia succedendo in Corea del Nord. Infatti, tra Donald Trump e Kim Jong-un il tono continua a montare mentre il Giappone ha dispiegato la sua più grande nave da guerra per sostenere gli Stati Uniti, loro alleati.

In tutta questa temibilissima partita a scacchi, la Cina insiste su una soluzione diplomatica. Ovviamente, il timore principale è che l’escalation tra Stati Uniti e Corea del Nord possa portare a un conflitto militare.

Come è avvenuto in passato per gli altri presidenti degli Stati Uniti, anche Donald Trump non accetta le palesi provocazioni del regime nordcoreano. Di certo le dichiarazioni di Kim Jong-un del tipo “Siamo pronti e in grado di contrastare qualsiasi sfida da parte degli Stati Uniti” come pure “Abbiamo armi nucleari e altre armi moderne”, sono oggettivamente provocatorie e destabilizzanti.

In questo quadro generale ad alta tensione, piomba anche la notizia che il Giappone sospetta che la Corea del Nord sia in possesso di Sarin un nefasto un gas nervino, ossia una potente arma chimica in grado di effettuare una distruzione di massa.

Come Advisor, voglio anche ricordare che è dal 1948 che in Corea del Nord l’agricoltura e collettivizzata e che ogni tipo di attività industriale è stata nazionalizzata. Per abitudine, siamo propensi ad immaginare esclusivamente la Corea del Nord come un paese arretrato e povero, ove vi è una economia soggetta agli umori di un dittatore.

Anche se non è un paese in cui le cose funzionino perfettamente, come giustamente fa osservare un interessante articolo del Guardian, la Corea del Nord non è proprio esattamente come siamo soliti vagheggiare. Altro aspetto da rammentare e che la Corea del Nord, a seguito del primo test nucleare avvenuto il nove ottobre del 2006, è divenuto, anche, il nono paese avente la bomba atomica al mondo.

Gli altri sono: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Pakistan, India, Israele. Non è da dimenticare, poi, il progetto nucleare dell’Iran.

In questo contesto di tensione, va anche inserito il “misterioso” omicidio di Kim Jong-nam, il fratellastro del leader nordcoreano, avvenuto in Malesia all’aeroporto di Kuala Lumpur. Tra i tanti perché di questa uccisione, ovviamente, spicca il fatto che il leader nordcoreano Kim Jong-un abbia fatto ammazzare il fratellastro Kim Jong-nam per sbarazzarsi di ogni possibile alternativa al suo potere.

Di certo, questo omicidio ha avuto, anche, il fine di mettere in guardia la comunità internazionale che non era saggio sperare in un cambiamento di regime a Pyongyang. Comunque, rumor o fatto provato, è innegabile che Kim Jong-nam fosse già nel mirino di Pyongyang per la sua critica pubblica e per le sue richieste di riforme economiche.

Un motivo in più che hanno, quindi, spinto Kim Jong-un a sbarazzarsi di un fratellastro sempre più “imbarazzante”.

In questo contesto che sembra dominato da minacciosi venti di guerra, la Cina sembra avere dei limiti evidenti, pur avendo annunciato che potrebbe avere la capacità di causare un collasso del regime nordcoreano. Tuttavia, è da valutare se effettivamente un crollo improvviso del regime nordcoreano sia realmente negli interessi della Cina.

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