“L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando”
Hubert Reeves
Non esiste alcun capitale naturale. Non per nulla, da Advisor, reputo che il mondo sia entrato nell’antropogene. Di fatto, siamo oggi un grande mondo su un piccolo pianeta dove l’economia esercita una pressione fenomenale sulla Terra. Il problema è che il nostro sistema economico è stato sviluppato, da Adam Smith a John Maynard Keynes, quando, appunto eravamo ancora un piccolo mondo su un grande pianeta.
Come Advisor ho osservato che pur non essendoci frontiere economiche, l’economia globale su questo pianeta è ancora vista come un qualcosa di ridicolo. Non per nulla, si possono emettere liberamente gas serra come pure continuare ad inquinare gli oceani e le regioni polari.
Si è pensato stupidamente, quindi, che tutto ciò alla fine non avesse alcuna ripercussione economica. Ma oggi, la Terra presenta una salatissima fattura. Il buco dell’ozono, il crollo nelle attività di pesca, il fondersi del ghiaccio, le onde di calore, eventi già denunciati negli Anni Ottanta, sono diventanti alcuni aspetti drammaticamente evidenti. Pur tuttavia, anche in presenza di una situazione che evidentemente non funzionale, raramente, gli inquinatori sono inquisiti come colpevoli.
Nonostante il riconoscimento che qualcosa non vada come dovrebbe, la tragedia continua e noi siamo le vittime.
Vi è da dire che l’economia non ha assolutamente tratto alcun tipo di insegnamento ma, anzi, resta bloccata in questa situazione. Al di là di proclami e di protocolli di scarso valore, si resta incapaci nel prendere le dovute decisioni.
Pare che la gran parte degli economisti e della classe politica mondiale, sia incapace di vedere le situazioni reali. Reputo che il fine ultimo di una moderna economia non sia esclusivamente quello di una monetizzazione del tutto senza rendersi conto delle conseguenze. Se è vero che si deve pagare un prezzo globale, è altrettanto giusto valorizzare la salvaguardia degli eco sistemi. Certo, non è facile, ma, tuttavia è possibile.
Se pensiamo che la Terra sia una gallina capace di produrre delle uova d’oro, allora sarà bene pensare di più alla sua salute se non si ha intenzione di ucciderla. Accettare che il regno dell’economia lasci un indelebile segno è da folli. Qui non è tanto una questione di etica o di giustizia ma, di vera e propria sopravvivenza.
Nessun catastrofismo, quindi, ma una semplice, fredda e analitica constatazione dei fatti. Se è necessario che vi sia una ennesima rivoluzione industriale, allora, è proprio il caso di non indugiare ancora per molto tempo. Lo sviluppo economico mondiale ha assoluta necessità di una forte leadership politica, dato che da soli i mercati non possono fare nulla.
Mi farebbe piacere sapere quanti leader mondiali siano effettivamente a conoscenza della resistenza ambientale. Credo vivamente che la resilienza sia arrivata al limite. È sbagliato osservare, ancora, esclusivamente se gli impatti siano o meno limitati. Sono secoli che attacchiamo la nostra atmosfera, la nostra biodiversità, scaricando gas ad effetto serra e inquinando le fonti primarie di sopravvivenza.
Quello che non si vuole capire è che abbiamo messo in moto un sistema in grado di provocare eventi irreversibili. In materiale ambientale non si può parlare, di certo, di tassi di sconto. Tutto ciò è potenzialmente dannoso.
In conclusione, sarà bene mettersi in testa che nessun modello economico funziona se la Terra finisce di vivere.
- Leggi i miei interventi sul mio sito in lingua spagnola www.advisorabbatees.wordpress.com
- Leggi i miei interventi sul mio sito in lingua inglese www.advisorabbate.wordpress.com
- Leggi i miei interventi sul mio sito professionale www.advisorabbate.com