“È insensato continuare a confidare nel mito di una crescita illimitata, misurata in base a quel dio-feticcio che è il prodotto nazionale lordo: una crescita che oltretutto provoca (in termini di rifiuti, desertificazione, inquinamento, consumo del territorio eccetera) ingenti costi sociali…”
Antonio Cederna
Sono già trascorsi diciassette, tra poco, diciotto anni da quando l’umanità ha fatto il suo ingresso in quello che è il XXI secolo per l’era cristiana. Ovviamente, da Advisor, una delle domande che più volte mi pongo è quella relativa a quale potrà essere il futuro dell’economia in questo nuovo secolo.
Certamente, non ho doti di preveggenza, pur tuttavia, vi sono vari indicatori ai quali è bene fare riferimento per poter cercare di delinearne al meglio quali potranno essere i panorami con i quali ci si dovrà globalmente confrontare. Tendenzialmente, l’essere umano, anche in campo finanziario, non sapendo quale possa essere l’evolversi di avvenimenti futuri, tende ad accentuare il suo lato conservatore.
Altri ancora, fanno ricorso al passato per trovare possibili analogie. Comunque, a prescindere dalle varie caleidoscopiche scuole di pensiero, quel che è certo è che il prossimo pensiero economico sarà un tema più che ricorrente. Di conseguenza, reputo centrale ogni tipo di questione che è relativa alle relazioni messe in opera dall’essere umano, in special modo il delicato equilibrio tra la salvaguardia dell’ambiente e una più naturale evoluzione di quello che è un processo di sviluppo delle nostre multietniche società.
Come Advisor, considero, al momento, nulla di più preoccupante se non il futuro dell’economia mondiale a fronte di un utilizzo persistente delle risorse naturali del pianeta e del possibile esaurimento di queste risorse. Come pensatore di strategie economiche, reputo tutto questo di vitale importanza per comprendere quella che potrà essere una crescita economica nel XXI secolo.
In effetti, sono sempre più dell’idea che, nei prossimi decenni, al fine di poter generare una reale prosperità frutto di una crescita economica, si debba dare maggior risalto allo sviluppo di un modello di economia sostenibile. Queste problematiche analitiche ci portano, in maniera inequivocabile, alla creazione di nuovi paradigmi economici, i quali hanno sviluppato le loro delicate radici proprio agli albori del XXI secolo.
Quindi, si sono andati a innescare domande fondamentali e alquanto dilemmatiche. Non a caso, uno dei punti di maggior confronto si basa proprio sul fatto che nella economia tradizionale, la macroeconomia è considerata un sistema isolato, senza scambio di materia ed energia con l’ambiente.
In termini maggiormente chiari, l’ecosistema è considerato come un sottosistema dell’economia da cui vengono estratte risorse ambientali e in cui vengono depositati rifiuti provenienti dalla produzione e dal consumo. Di contro, sono dell’idea che in una reale economia del XXI secolo, si dovrebbe, invece, intendere e considerare una economia maggiormente propensa alla salvaguardia del nostro ecosistema, senza che sia vadano, però, a creare una congestione di idee e di proposte che sono più adatte ad una mera dialettica che a dare e fornire reali risposte e mezzi.
In conclusione, quindi, si deve dare risalto ad una massimizzazione della crescita economica, senza, però, che si escludano considerazioni relative al preservare l’habitat della terra.
- Leggi i miei interventi sul mio sito in lingua spagnola www.advisorabbatees.wordpress.com
- Leggi i miei interventi sul mio sito in lingua inglese www.advisorabbate.wordpress.com
- Leggi i miei interventi sul mio sito professionale www.advisorabbate.com