“Gli uomini si riprendono assai meglio dalle delusioni amorose che da quelle economiche”
George Bernard Shaw
L’Unione Europea, gli Stati Uniti d’America e la Repubblica Popolare Cinese, potrebbero essere tranquillamente i nuovi tre moschettieri già protagonisti del celeberrimo libro scritto da Alexandre Dumas. Non a caso, in questo momento così particolare e assolutamente delicato, svolgono un ruolo, che da Advisor, ritengo sia vitale nella fiducia del sistema economico globale.
Da sempre, sono dell’opinione che tutte le banche centrali debbano cooperare per dare uno sviluppo reale di crescita, onde non pregiudicare il buon proseguimento dell’economia globale in particolare in questa delicata fase.
A tal proposito, come Advisor, voglio sottolineare come, per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008, il cui impatto è paragonabile a quello della crisi del 1929, l’economia globale sembra emergere dalla crisi e, questo, anche secondo le ultime previsioni del FMI. Non si può di certo dimenticare come negli Stati Uniti la crescita rimanga molto forte e il fatto che la Cina, tra le altre cose la seconda economia più grande del mondo, abbia registrato, a partire dal 2012, una costante crescita.
In quest’ultimo caso, è rilevante notare poi come la crescita cinese abbia manifestato un livello più intenso di attività rispetto alle attese e alle riforme del fabbisogno.
In tutti i paesi dell’area dell’euro, le previsioni di crescita hanno, di fatto, superato le aspettative. Quindi, come è evidente, la crescita del commercio mondiale e della produzione industriale è rimasta ben al di sopra dei tassi negli ultimi anni. Questa rinnovata crescita ha consentito, inoltre, di veder ridotti i livelli di disoccupazione tanto negli Stati Uniti quanto nella zona euro.
Però, a mio avviso, rimangono ancora elevati i rischi strutturali, e questo, nonostante una ripresa economica. Queste incertezze, d’altra parte, sono legate ai molteplici rischi geopolitici. Un aspetto, quindi, che molto facilmente potrebbe andare ad innescare delle situazioni gravose. Infatti, è sempre più che mai difficile prevedere quella che potrebbe essere una loro evoluzione.
Sul tavolo, infatti, vi sono aspetti che riguardano, per esempio, la direzione della politica economica di Donald Trump, i negoziati legati alla Brexit, come pure le tentazioni protezionistiche esistenti nella Organizzazione Mondiale del Commercio, senza dimenticare la crisi nordcoreana, le tensioni russo-americane e l’accordo nucleare iraniano. Oltre a ciò, è da prendere in considerazione il follow-up del Congresso del Partito comunista cinese.
È, perciò, facilmente intuibile che il futuro roseo, potrebbe, improvvisamente, cambiare il suo felice colore.
Non si può, in pratica, sottovalutare come le autorità cinesi, per controllare la crescita eccessiva del credito, potrebbero far innescare un brusco rallentamento alla crescita economica. D’altra parte, è noto come i canali commerciali internazionali, vedi i prezzi delle materie prime, siano mezzi fondamentali che possono influenzare di molto l’attuale economia globalizzata. In pratica, quindi, il libero scambio, le banche centrali, Pechino e l’economia della zona euro, possono condizionare pesantemente il futuro di tutta l’economia mondiale.
In conclusione, nell’andare a consolidare una crescita globale e nel cercare una stabilità, molto dipenderà da questi attori, i protagonisti reali del futuro economico mondiale.
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