“Il progresso è la capacità dell’uomo di complicare la semplicità”
Thor Heyerdahl
Da Advisor, sono sempre attento a comprendere le prospettive riguardanti i tipi di politiche economiche che hanno segnato il processo di sviluppo dei paesi ora definiti paesi emergenti. Di fatti, in special modo negli ultimi decenni, questi paesi hanno visto enormi trasformazioni politiche ed economiche.
Indiscutibilmente, in campo politico, la trasformazione più notevole è stata il processo di transizione dall’autoritarismo alla democrazia, anche se, come Advisor, noto che questa tendenza non è universale. Il cambiamento economico non è stato meno notevole.
Molti di questi paesi hanno vissuto gravi crisi economiche e finanziarie negli Anni Ottanta e Novanta, e la risposta a queste crisi è stata un profondo cambiamento nel modello economico. Tutti i paesi emergenti hanno, di conseguenza, visto la transizione tra un modello di sviluppo economico guidato dallo stato, verso un altro modello più aperto al commercio estero e agli investimenti stranieri e alla proprietà privata.
Tuttavia, il ruolo dello stato non è scomparso. Non a caso, questi è rimasto come giocatore chiave nell’emergere di alcuni paesi in via di sviluppo. In effetti, questa tipologia di azione non è nuova. In pratica, ha interpretato diversi ruoli successivi a seconda delle fasi di sviluppo.
È stato in seguito, e talvolta allo stesso tempo, pianificatore e dirigista, sviluppatore e protettore, liberale e regolatore. La crisi economica e finanziaria del 2007-2008 non ha influenzato la sua posizione nei paesi emergenti nelle politiche economiche, mentre, hanno sofferto di più i loro “avatar” dei paesi sviluppati. Nel settembre 2007, gli stati dei paesi sviluppati sono tornati alla ribalta per salvare banche e mercati. Ma questo ritorno è illusorio. Sono indeboliti dalla necessità di impegnarsi in politiche di austerità fiscale per frenare il loro debito.
I paesi emergenti hanno, quindi, successivamente sperimentato diversi modelli di politica economica, il che corrisponde a diverse fasi della storia dello sviluppo di questi paesi. Nelle loro turbinose vicissitudini, molte di queste nazioni emergenti, sono passati da un modello di colonizzazione, basato sulla produzione e l’esportazione di prodotti agricoli e materie prime, a un modello comunista.
Altri hanno, invece, optato per un modello neo liberista, come pure vi sono stati paesi che hanno preferito sviluppare un proprio modello di industrializzazione attraverso la promozione delle esportazioni. In pratica, gran parte della loro ascesa economica, è stata dettata da vari modelli, i quali, il più delle volte, sono stati adottati allo stesso tempo dai diversi paesi.
Ovviamente, come conseguenza di tutto ciò è che, oggigiorno, alcuni paesi emergenti risultano essere più avanzati di altri. Fin tanto vi saranno così forti sovrapposizioni di correnti di pensiero economico e incroci tra interessi politici ed economici, la loro transizione verso una nuova fase resta sempre molto complessa.
In conclusione, reputo che ogni fase debba essere analizzata sempre senza grandi sterili enfasi, dato che il tutto deve essere, fondamentalmente, considerato come un loro tentativo di razionalizzare e ricostruire una evoluzione storica complessa a posteriori.
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