Vladimir Putin, una estensione della storia comunista russa?

Se volessi le truppe russe potrebbero essere in due giorni non solo a Kiev, ma anche a Riga, Vilnius, Tallinn e Varsavia o Bucarest

Vladimir Putin

Come Advisor, reputo che esistano due casi di studio facili da confrontare per comprendere come sia stato un forte deterrente economico, politico, culturale e via dicendo, il comunismo. Di fatti, vi sono due evidenti esperienze storiche che possono testimoniare, in maniera lampante, tutto ciò. Basta mettere a paragone cos’era la Germania orientale e la Germania occidentale da un lato e, dall’altro, la Corea del Nord e la Corea del Sud.

Da Advisor, sono dell’opinione che tutti possono e sappiano trarre le conclusioni necessarie. Vladimir Putin, anche in qualità di ex agente del KGB, sa esattamente cosa sia il comunismo e di come la Russia lo abbia utilizzato per influenzare la storia di una infinità di nazioni. Ancora oggi, sono in molti a domandarsi se il comunismo e il potere sovietico abbiano contribuito a rendere la Russia un paese prospero, oppure siano stati una inutilità storica.

Se si vuole analizzare la questione senza influenze ideologiche, si deve evidenziare come, tra le varie eredità lasciate, il comunismo sia stato un fattore determinate nel far restare indietro, rispetto ad altri paesi economicamente più avanzati, gran parte dell’Europa centrale. Non a caso, i paesi sotto il giogo russo erano, di fatto, chiusi in un vicolo cieco, lontani anni luce dal resto della civiltà mondiale.

Nonostante tutte queste evidenze, questi fatti conclamati, la Russia appare essere ancora in ritardo rispetto ad altre nazioni economicamente avanzate, e il presidente russo Vladimir Putin, non sta facendo nulla per cambiare la situazione. Putin ha recentemente superato il record di anni di potere di Leonid Breznev e il record detenuto da Stalin non sembra essere più così lontano. Pur tuttavia, i dati economici russi sotto Vladimir Putin, brillano per i loro record di stagnazione, risultando essere tali e quali a quelli dell’epoca di Breznev.

Certamente, gli economisti e gli uomini d’affari in Russia stanno lottando per cercare di rivitalizzare l’economia russa, ma, varie scuole di pensiero si scontrano. Per cui, sono in molti, a domandarsi quanto e se mai possa avvenire concretamente, che in Russia predomini, per esempio, il pensiero dell’ex ministro delle finanze Alexei Kudrin, che ha lavorato con Putin sin dagli anni Novanta.

Per la cronaca, Alexei Kudrin è il promotore di tutta una serie di proposte volte a liberalizzare l’economia russa e favorire gli investimenti in questo paese. D’altra parte, Kudrin, da tempo, sostiene che il clima economico, nel quale le compagnie private sono regolarmente espropriate dal governo e dove gli imprenditori sono completamente scoraggiati dall’eccessiva burocrazia, stia facendo sì che il tasso di crescita del paese sia bloccato.

Inoltre, il Kudrin pensiero, si incentra sul fatto che, invece di spendere soldi nel settore della difesa e della sicurezza, che è stato molto pesantemente finanziato negli ultimi anni, ci si dovrebbe maggiormente indirizzare sulla spesa per la salute e per l’istruzione. Questo, in conclusione, almeno sotto Putin, sembra molto improbabile che possa avvenire.

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