Gli investitori e il mercato della finanza, un dualismo fondamentale

Non è tanto importante investire al prezzo più basso possibile quanto investire al momento giusto

Jesse Livermore

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Per quanto attiene il mercato della finanza, uno degli aspetti che necessariamente deve essere sempre attentamente studiato e valutato, è il comportamento degli investitori. Da Advisor, reputo che tanto la razionalità quanto l’efficienza, siano le naturali sfide che si deve essere in grado di affrontare.

Non a caso, come Advisor, più volte, mi trovo a dovermi confrontare con le ipotesi di razionalità e avversione al rischio. Il meraviglioso mondo della finanza è un tema caldo, sotto ogni punto di vista. Infatti, come la trama di un ottimo film, non mancano, di certo, colpi di scena, scandali, frodi, azioni legali e pratiche scorrette di ogni tipo. Il parallelismo tra film e finanza, non è casuale.

Difatti, basterebbe semplicemente ricordare il fantastico film Wall Street, diretto da Oliver Stone. Un vero e proprio cult, anche perché già nel lontano 1987, con una visione che appare, oggi, sembrare visionaria, denunciava con larghissimo anticipo, gli eccessi del capitalismo, gli scandali finanziari, ovvero tutto ciò che, realmente, ha poi afflitto il mondo della finanza negli ultimi anni.

Tuttavia, se la finanza può essere vista e considerata come mondo rischioso, un individuo perfettamente razionale prende ogni tipo di decisioni inerenti agli investimenti, massimizzando l’aspettativa nel senso probabilistico del termine, della propria funzione di utilità. In pratica, ogni investitore può avere delle ottime capacità per ottenere degli ottimi guadagni, purché sia conscio sia dei punti di forza e sia della debolezza del mercato della finanza.

Di conseguenza, si deve essere in grado di guadagnare come essere capaci di tagliare eventuali perdite. Ciò consentirà di poter godere di una concreta soddisfazione generata da un dato o da ricchezza futura.  Poiché i rendimenti degli investimenti finanziari sono incerti, gli individui influenzano le probabilità di accadimento per eventi futuri e, queste probabilità, debbono essere incluse nel calcolo delle aspettative.

Uno dei punti cardini di tutta la questione, è individuabile nel comprendere quale sia la funzione del mercato finanziario nell’economia. Di fatti, se in senso lato, il mercato è il luogo in cui vengono soddisfatte un’offerta e una domanda per un certo bene, in questo caso il bene in questione è il denaro. L’ipotesi dell’avversione al rischio, si confronta con una osservazione molto semplice.

A partire dagli Anni Ottanta, la quota del PIL destinata al gioco d’azzardo è aumentata in molti paesi.  Ma tutti i giochi d’azzardo come i giochi da casinò, le tombole o le lotterie statali hanno una aspettativa negativa di guadagno. È quindi difficile dire che le persone evitino di correre rischi in qualsiasi circostanza se non vengono pagate per questa assunzione di rischio.

Daniel Kahneman, insignito del premio Nobel per l’economia nel 2002, e Amos Tversky, psicologo israeliano, hanno mostrato, in conclusione, che gli individui che affrontano scelte complesse usano l’euristica, ovvero delle regole semplificate per prendere le proprie decisioni.

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