Banca Mondiale: le nazioni non investono abbastanza nelle loro popolazioni

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Ambrose Bierce

Creata il 27 dicembre del 1945, la World Bank, a noi italiani più nota come Banca Mondiale, è una istituzione che ha la sua sede a Washington D.C. Tra le sue missioni, vi è quella di fornire finanziamenti e aiuti nei confronti di quegli stati che sono in difficoltà. Come Advisor, ho avuto modo di partecipare ad un recente incontro nel quale è stato lanciato un grido dall’allarme da parte della Banca Mondiale, istituzione che fa delle Nazioni Unite.

Da Advisor, sono perfettamente d’accordo con il fatto che, ancora oggi, siano drammaticamente molte le nazioni che non investono sufficienti risorse nelle loro popolazioni. La metodologia utilizzata dalla Banca Mondiale, è quella che si basa sull’indice di capitale umano in base alla produttività dei suoi futuri lavoratori. Sono stati, a tal fine, studiati ben 157 paesi.

In base al lavoro svolto, è stata stilata una sorta di classifica, dalla quale, ad esempio, è stato messo in evidenza come sia meglio crescere in Australia che in Laos, o in Islanda piuttosto che in Nigeria. Quanto ha voluto evidenziare la Banca Mondiale è, termini molto sintetici, l’importanza che un paese dedichi risorse per lo sviluppo del proprio capitale umano.

I risultati dei lavori, sono stati recentemente presentati a Bali, in Indonesia, in occasione dell’incontro generale organizzato dalla Banca Mondiale. Come è facile intuire, lo scopo di questa classifica è alquanto ambizioso e senza precedenti, visto che analizza analiticamente il livello di istruzione di 157 paesi. Il tutto, inoltre, si basa su dati come il livello di istruzione, l’aspettativa di vita alla nascita, l’accesso alla sanità e via dicendo.

Il suo scopo è, quindi, quello di mostrare quanto in queste aree gli investimenti permettono e influenzano la produttività degli individui, e, a sua volta, la crescita e la prosperità della nazione. I tre stati che investono al meglio sulle loro popolazioni e sono, di conseguenza, in grado di ricavare il maggiore dividendo economico da questa ricchezza immateriale, risultano essere Singapore al primo posto, seguita dalla Corea del Sud e dal Giappone. In linea generale, i paesi avanzati costituiscono il grosso di questa particolare classifica.

All’estremità opposta, invece, troviamo i paesi africani. Niger, il Sud Sudan e, il Chad sono fanalini di coda. Purtroppo, in questo caso, i risultati erano prevedibili anche se, magari, si sperava di ottenere dei risultati inaspettati. Interessante, poi, notare come l’India, una grande potenza emergente, occupi solamente il 115° posto. Quindi, da quanto elaborato dalla Banca Mondiale è assolutamente chiaro come vi siano paesi che stanno facendo bene, e altrettanti, che essendo meno ricchi di altri, non investano sufficienti risorse sul proprio capitale umano.

In conclusione, con la speranza che la classifica stilata dalla Banca Mondiale possa spingere i paesi a fare maggior sforzi per risalire posizioni, anche quelli che sono i più avanzati dovranno continuare a sviluppare il loro capitale umano per adattarsi alle esigenze dell’economia del domani.

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