Brasile, mercato economico dalle immense potenzialità

Nel capitalismo l’attività economica, il successo, i guadagni materiali diventano fini a sé stessi. Diventa destino dell’uomo contribuire allo sviluppo del sistema economico, accumulare il capitale non per la propria felicità o salvezza, ma come fine in sé. L’uomo diventa un semplice ingranaggio dell’immensa macchina economica
Erich Fromm

Advisor Abbate - italia-brasile

In questa particolare fase economica, la cooperazione tra l’Italia e il Brasile gode di particolare interesse. Come Advisor posso confermare che questa stretta collaborazione tra i due Paesi costituisce un ponte molto rilevante per stabilire cospicue ed interessanti relazioni economiche, come pure per effettuare investimenti.

Questo slancio verso una attiva cooperazione economica, permette anche di poter prendere in maggior considerazione nuovi mercati economici.

A tal proposito, è forse il caso di ricordare che il Brasile, a pieno diritto, rappresenta la settima economia nel quadro mondiale, e di come sia in continuo aumento la sua domanda interna. Quindi, non è da stupirsi se per l’Italia il Brasile si conferma essere uno dei partner di maggior interesse.

Il Brasile è una nazione in primo piano per l’economia Italia, pertanto, visto che ha stabilito oramai da decenni dei rapporti industriali solidissimi. Infatti, sono coinvolti diversi settori, come ad esempio quello meccanico.

Inoltre, è da tener presente che negli ultimi anni vi è stato un particolare slancio per l’energia, e questa vista sia come distribuzione e sia come trasmissione, oltre che come fonte di energia rinnovabile.

Altri settori che hanno visto un incremento sono quelli delle cosiddette infrastrutture, dei prodotti farmaceutici e quelli che internazionalmente sono chiamati oil & gas. Sono anche da sottolineare i notevoli sforzi compiuti dalle autorità governative brasiliane volti a confermare la solidità di quelli che sono i suoi fondamentali.

Come Advisor ho avuto più volte la possibilità di constatare come sia perdurante l’interesse di numerosi investitori internazionali nei confronti del Brasile.

Advisor Abbate - brasile 2Non per nulla, questo immenso paese rappresenta il terzo posto come meta internazionale di investimenti esteri diretti, alle spalle degli Stati Uniti e della Cina, con oltre settanta miliardi di dollari.

In questo quadro generale, il nostro paese è permanentemente il secondo fornitore del Brasile, mentre al primo posto rimane la Germania e al terzo la Francia.

Il nostro export con il Brasile è costituito da prodotti che sono ad alto valore aggiunto, e questo per il 50%, come, ad esempio, imbarcazioni a motore, prodotti terapeutici e vaccini, elicotteri, macchinari per l’imballaggio e componentistica per il comparto automobilistico. Oltre a ciò, il Brasile è segnalato anche come paese nel quale sono sempre più richiesti prodotti di moda come pure di lusso.

È anche importante ricordare che la Banca Centrale brasiliana, per quanto verte gli investimenti diretti, ha confermato il nostro paese al nono posto a livello mondiale.

Il contesto internazionale nel quale il Brasile si muove, vede, tuttavia un sempre più forte avvicinamento alla Cina. Infatti, il gigante asiatico è visto, dalle autorità governative, come una grande opportunità, per contribuire all’incremento delle esportazioni brasiliane. Quindi, il maggiore attivismo del governo brasiliano nel campo della politica commerciale ha portato a sviluppare anche nuove strategie volte a trattare con la Cina.

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Perché l’attuale crisi economica è scoppiata così drammaticamente

Incolpare gli speculatori come causa della crisi finanziaria risale al tempo dei Greci. È quasi sempre la risposta sbagliata.

(Larry Summers)

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Di certo, l’attuale crisi finanziaria è la peggiore che il mondo abbia mai visto dai tempi della Grande Depressione del 1929. Come Advisor, questo argomento lo dovuto più volte affrontare, nel tentativo di poter proporre delle valide soluzioni.

È anche il caso di ricordare che alla base di tutta questa situazione che si è venuta a creare, parte dal 2007.

In linea di principio, nell’andare ad analizzare le motivazioni che ne furono la causa e che hanno, quindi, determinata questa crisi, è impossibile non considerare gli Stati Uniti come la fonte. Il tutto partì dal, oramai noto problema dei mutui – subprime. Pur tuttavia, sulla base della mia esperienza professionale, valuterei il discorso su un più ampio raggio.

Partendo proprio dagli eventi che si sono innescati nel 2007, è, per quanto mi riguarda, forviante non valutare gli effetti prodotti da una finanziarizzazione eccessiva dell’economia, come è anche da ammettere che si era generato, antecedentemente al 2007, un vero e proprio distacco fra la finanza e l’economia reale.

Mutui-Subprime1Non posso neppure sottovalutare che, sempre secondo il mio parere, vi siano anche altre ragioni, per lo più sottovalutate, che hanno determinato lo scoppio della crisi finanziaria. Infatti, negli anni precedenti a quel periodo, si erano venuti a materializzare eventi sociali, antropologici, economici e storici che avevano interessato più Paesi.

Forse, sarebbe anche il caso di portare sul banco degli imputati il processo di globalizzazione, che ha investito tanto le economie quanto i mercati. Credo che sia innegabile che il processo di globalizzazione, abbia di base contagiato ambiti di più largo respiro, dando il via a cambiamenti che possono anche essere tranquillamente definiti epocali.

Se con la tempesta provocata dalla attuale crisi economica, attività che risultavano essere già in bilico sono state letteralmente spazzate via, non posso non ricordare quanto una così spinta globalizzazione dei mercati abbia potuto contribuire a far divenire la crisi economica ancora maggiormente devastante. Negli ultimi decenni si è creata una sproporzione abissale tra redditi da capitale e redditi da lavoro.

In pratica, i redditi da lavoro rispetto ai redditi da capitali sono molto minori. Questa situazione, ha contribuito a far crescere le ingiustizie sociali e le diseguaglianze, al punto tale da trasformarsi in un serio problema perfino per l’economia globale.

mutui-subprime2C’è stata una sorta metamorfosi dell’economia politica capitalista: dal keynesismo, che aveva caratterizzato il dopoguerra, si è passati al neoliberismo attuale. Si è passati, in pratica, da una crescita economica tramite una redistribuzione che andava dall’alto verso il basso, ad una crescita economica tramite una redistribuzione che procede dal basso verso l’alto.

La fine dell’egemonia economica indiscussa degli Stati Uniti ha provocato anche una fase di sistemico caos. Non per nulla, nessuna delle superpotenze economiche è riuscita a occupare quel posto egemonico che fino a poco tempo fa avevano occupato, appunto, gli Stati Uniti.

Questo accade anche perché la Cina è circondata da competitors che sono sufficientemente potenti come la Russia e il Brasile. Senza poi dimenticare che proprio a causa della globalizzazione, non si è più stati in grado di poter contare su un baricentro economico come era accaduto nel passato con gli Stati Uniti ma si sono venuti a creare maggiori centri dell’economia mondiale.

A fronte di tutto ciò, pare evidente, come si vada a determinate un caos economico accompagnato anche da squilibri incombenti e crisi cicliche.

In conclusione, come Advisor, voglio ricordare che i Governi europei, per evitare un crollo completo del sistema bancario, sono intervenuti in soccorso delle loro banche con un sostegno urgente di una scala senza precedenti, e cioè con l’equivalente del 13% del PIL annuo dell’Unione Europea.