L’inquinamento minaccia la salute pubblica

L’OMS ha evidenziato come le malattie croniche, le infezioni alle vie respiratorie, i tumori e l’infarto siano la 1a causa di morte prematura

Inquinamento1Oltre ad essere un Advisor sono anche un cittadino, e quindi non posso non essere seriamente preoccupato dagli effetti dannosi per la salute pubblica a causa dell’inquinamento. Per la mia attività di Advisor, mi trovo nell’opportunità di poter viaggiare e, pertanto, venire a diretto contatto con varie situazioni.

In questo mio lungo pellegrinare, ho notato in prima persona come sempre più l’inquinamento vada ad incidere sulla salute di tante persone. Devo dire che il quadro che ho potuto osservare non è di certo edificante. A livello mondiale, l’inquinamento si fa sempre più intenso e, come conseguenza di questa realtà, crescono in maniera esponenziale anche i decessi legati alle condizioni atmosferiche del pianeta.

Ho avuto modo di prendere visione di alcuni dati che sono davvero allarmanti. Si stima, infatti, che ogni anno nel mondo siano 3,7 milioni le morti, delle quali ben seicentomila premature, derivanti dall’inquinamento.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha ben evidenziato, in un suo recentissimo rapporto, che ho avuto modo di consultare, come le malattie croniche, le infezioni alle vie respiratorie, i tumori e l’infarto siano la prima causa di morte prematura a causa dell’inquinamento. Non molto tempo fa in qualità di Advisor mi sono dovuto recare prima a Pechino e quindi successivamente in India a New Delhi.

Lo smog nella capitale cinese è un qualcosa di incredibile. Infatti, a dispetto dei vari provvedimenti che sono stati adottati dal governo cinese, ho avuto modo di constatare come la situazione si sia ulteriormente aggravata. In pratica a Pechino sembra di essere costantemente avvolti da una perenne nebbia, un incredibile scenario dominato dallo smog e, se si prova ad alzare lo sguardo verso il cielo, si può solamente osservare un qualcosa che ricorda in maniera molto vaga, il celeste del cielo. Tutto ciò è una evidente catastrofe ambientale. Stessa tipologia di situazione l’ho potuta anche riscontrare a New Delhi.

Osservando questi tristi panorami comprendo poi come mai fra la popolazione di queste due importanti e avanzate nazioni, il tumore sia così in aumento. Nota per le sue miniere di palladio, rame, nichel e platino, oltre che di carbone, ogni qualvolta che, come Advisor, mi debbo recare a Noril’sk, in Russia, ho modo di constatare il perché l’aspettativa di vita dei residenti di questa città sia nettamente inferiore rispetto alla restante popolazione russa.

Anche a Lagos, in Nigeria, i livelli di inquinamento sono alla base di gravissimi problemi di salute, come pure Dhaka, nel Bangladesh, propone le medesime problematiche.

In Italia la situazione non è di certo rose e fiori

Inquinamento2Mentre non ho mai avuto occasione di recarmi a La Rinconada, in Perù, che si trova a oltre cinquemila metri di altezza. Vi vivono oltre quarantamila abitanti in condizioni che definire infernali, sarebbe un banale eufemismo. Per via dei grossi giacimenti d’oro, un conoscente di un mio amico, vi si è recato e gli ha riferito che le situazioni sia igieniche sia sanitarie non trovano paragone in nessuna città al mondo. Oltre a non esistere, a causa dei suoi 5200 metri di altezza, né uno smaltimento dei rifiuti né acqua corrente, è utilizzato il mercurio per dividere l’oro dalle rocce, il che provoca un avvelenamento ulteriore fra la popolazione.

Anche se fortunatamente la situazione non sia così catastrofica per il nostro Paese, pur tuttavia leggendo il dossier redatto da Legambiente, ho avuto modo di riscontrare che anche in Italia la situazione non è di certo tutta rosa e fiori. Chiaramente, dato che l’ambiente incide così pesatamente sulla salute pubblica della popolazione, ci sono, ovvie e pesanti ricadute sull’economia, a partire dal peso sempre più crescente dei costi sulle strutture del Servizio Sanitario Nazionale.

Poi, oltre all’assistenza medica e ospedaliera, se i soggetti sono colpiti in età lavorativa, subiscono una perdita di efficienza legata al decorso della malattia e alle eventuali ricadute.

Come Advisor, di fronte a questo impressionante panorama, ho provato a formulare delle proposte propositive per cercare almeno di arginare il problema dell’inquinamento.

E sono arrivato alla conclusione che il noto Protocollo di Kyoto, rappresenta un significativo passo, ma vi è ancora molto da fare. Infatti, oltre alle decisioni che i vari governi debbono assolutamente prendere, anche noi, singoli cittadini, possiamo fattivamente contribuire al benessere del nostro pianeta. La Terra è l’ambiente, il luogo dove tutti noi viviamo ed è, quindi, giusto che ognuno di noi dia il suo personale contributo alla sua salvaguardia.

 

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L’exploit dei rapporti commerciali tra Italia e Cina

La Cina, da tempi immemori, ha sempre rappresentato

un importante fulcro per gli scambi economici

Drago_cineseCristoforo Colombo, Ferdinando Magellano e Amerigo Vespucci sono certamente i primi tre nomi che vengono in mente quando si parla di scoperte, o per essere più precisi, di nuove e importanti rotte commerciali.

Ma, anche se tecnicamente non ha scoperto nulla, il personaggio che ha dato un nuovo volto ai rapporti commerciali fra i vari Paesi, è certamente il grande Marco Polo. Ambasciatore, viaggiatore, scrittore, ma in special modo grande mercante veneziano, ripercorrendo la mitica via della seta arrivò in Cina.

Certamente non ebbe la possibilità di prevedere nel futuro quale enorme ripercussione positiva potesse avere tutto ciò, ma certamente comprese da subito, e molto bene, quali enormi vantaggi economici potesse avere per Venezia tutto quello che fece in Cina.

La Cina, da tempi immemori, ha sempre rappresentato un importante fulcro per gli scambi economici, e, al di là delle vicissitudini storiche e politiche che nei suoi millenari secoli di storia si sono succeduti, è sempre stata considerata una “piazza” economica di rilevate importanza.

L’inizio dei rapporti commerciali moderni fra l’Italia e quella che correttamene dovrebbe essere chiamata Repubblica Popolare Cinese, hanno una precisa data di origine, e cioè il 6 novembre del 1970. È, infatti, a partire da questa precisa data che ebbero inizio le relazioni bilaterali fra i due Paesi.

 Le grandi potenzialità della Cina

Oggi la Cina rappresenta qualcosa cosa come 1,3 miliardi di possibili consumatori, che sono sparsi su un vasto territorio e con delle ragioni che sono diverse in maniera estrema l’una dalle altre.

Sono da sempre convinto che fare commercio significhi fondamentalmente poter vendere un qualcosa che l’altro non ha. Per questo, ritengo che per poter intraprendere un qualsiasi tipo di rapporto commerciale con questo immenso e vasto territorio, sia di fondamentale importanza avere ben presente alcuni punti.

Per instaurare dei validi rapporti commerciali – e fortificare, ovviamente, quelli già in essere – fra l’Italia e la Cina, è di vitale rilievo conoscere molto bene le molteplici realtà presenti. Grazie a questa primaria conoscenza, si potrà allora cercare la migliore strategia, quella che maggiormente si possa adattare al territorio con il quale si intende stabilire dei proficui e validi rapporti commerciali.

Per poter arrivare a questo, è necessario per prima cosa essere preparati sulle loro abitudini, sulla loro cultura, sulla loro storia, e quindi è di rilevante interesse andare a studiare anche lo stadio dello sviluppo del suo territorio, e questo tanto nel suo insieme, quanto per singole regioni.

Per poter stabile concreti e solidi rapporti commerciali tra l’Italia e la Cina, reputo che si debbano assolutamente evitare gli infantili passa parola, magari frutto di meri e oscuri pregiudizi. Il tutto deve avvenire solamente attraverso una diretta e profonda conoscenza del paese Cina.

Per poter comprendere ancora meglio le potenzialità in essere, basta semplicemente ricordare che nel 2013, per quanto verte i rapporti economici e commerciale fra i due paesi, la Cina ha avuto un interscambio pari a 43,3 miliardi di dollari americani, e che abbiamo avuto un incremento del 9,4% di esportazioni nei confronti della Cina. Ecco perché si deve guardare con sempre maggiore attenzione al “Pianeta Cina” in tutte le sue sfaccettature e con occhio competente.