Le banche, fin dall’antichità hanno in mano il potere economico e finanziario

Non è vero che le banche sono come i ladri. Il ladro i soldi viene a prendermeli in casa, la mia banca invece pretende pure che glieli porti!

(Maurizio Crozza)

Advisor Abbate - banchieri

Come Advisor ricordo ancora molto bene quando il professore di economia all’università, più volte sottolineava che la raccolta di depositi era in special modo la funzione originaria delle banche. In pratica, la banca provvedeva a custodire i denari per conto dei risparmiatori.

Ma, questo concetto di base ben presto mutò. Infatti, le banche constatarono che questi depositi non erano tutti contemporaneamente ritirati, come pure anche se una parte ne era ritirata altra ne affluiva. Compresero quindi molto bene come fosse possibile prestare un determinato ammontare dei depositi stessi.

La funzione monetaria che hanno le banche è risalente a tempi che sono molto lontani, ed è la conseguenza di una lenta e costante evoluzione nei secoli. I documenti disponibili, infatti, consentono di poter far riallacciare alle più antiche civiltà orientali la genesi di una attività che è assimilabile molto a quella bancaria.

Advisor Abbate - Banchiere medioevaleNel codice di Hammurabi si testimonia come in Babilonia già a partire dal II millennio a. C. fosse di corrente consuetudine la pratica di quelli che noi oggi chiameremo “depositi di conto corrente”. I templi e il palazzo reale erano i luoghi ove erano serbati i tesori pubblici.

In pratica assolvevano le funzioni di una banca, ove i cittadini riponevano le proprie ricchezze affidando, ad esempio, oggetti preziosi metalli e cereali, e in cambio di questo ricevevano regolari quietanze. Mi ricordo anche che sorsero poi banche babilonesi per iniziativa privata, le quali inoltre offrivano già un servizio davvero all’avanguardia è cioè la “rimunerazione per conto di terzi”, e facevano ciò andando a prelevare i soldi da quelli depositati e affidati a loro; concedevano, inoltre anticipazioni ai clienti e mutui.

Dopo il V secolo a. C., sotto l’influsso delle vicine civiltà orientali, nacque l’attività bancaria anche in Grecia, attività che ben presto andò accrescendosi soprattutto grazie alla propagazione della moneta coniata. Ricordo anche che i primi banchieri greci, che erano all’epoca chiamati i trapezisti, assolvevano già moderne funzioni come, ad esempio, concedevano prestiti, esplicavano funzioni di cambiavalute, effettuavano pagamenti spesso su ipoteca o pegno per conto dei “correntisti”, come erano frequenti i prestiti marittimi.

Advisor Abbate - Mostra-Firenze-Il-Denaro-e-la-BellezzaA partire dal IV secolo a. C. anche a Roma si eseguivano operazioni bancarie del tutto uguali a quelle che erano soliti fare i trapezisti della Grecia. Le forme di documentazione, in epoca romana, si andarono a perfezionare. L’organizzazione bancaria in tutto l’Occidente ebbe il tracollo alla caduta dell’Impero Romano.

Solo dopo l’Anno Mille, con il propagarsi di una vita economica, anche grazie alla ripresa dei traffici commerciali, si assistette al risorgere di una certa attività bancaria. I promotori furono, quindi, i mercanti, e gli Italiani furono i primi, visto che la loro sfera di interessi economici andava dall’occidente europeo fino alla terra santa, ma anche con la parte settentrionale del continente africano.

Come Advisor questi ricordi di studi universitari mi hanno concesso di poter comprendere le funzioni delle banche e di come i grandi potenti dell’economia operano.

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Cosa è il patto di stabilità e quali le sue implicazioni

Nell’ anno di grazia 2000 con due elezioni e un referendum davanti si vorrebbe approfittare per abbandonare il patto di stabilità e dire che ci interessa soltanto la crescita economica

(Giuliano Amato)

Advisor Abbate - patto stabilita 1

Come Advisor ho notato come uno degli argomenti maggiormente dibattuti nella nostra politica sia il patto di stabilità. Sono così tante le implicazioni, che si sono registrate delle clamorose proteste di sindaci che, simbolicamente, si sono incatenati non potendo più far fronte alle varie spese per i Comuni che governano.

Ma esattamente cosa si intende per patto di stabilità? Il cosiddetto patto di stabilità interno è un insieme di regole per distribuire su tutti i livelli nei quali si articola la Pubblica Amministrazione lo sforzo che deriva dalla necessità di rispettare i vincoli fiscali che vengono ad essere imposti dalla Comunità Europea.

Il 2 marzo del 2012, infatti, 25 dei 27 stati membri dell’UE hanno firmato il Trattato sulla stabilità sul coordinamento e sulla governance dell’Unione Europea, più noto, appunto, come Fiscal Compact.

Questo trattato non fu ratificato né dalla Repubblica Ceca né dal Regno Unito.

L’accordo siglato, che per la cronaca fu l’allora Premier Mario Monti, non eletto e imposto dal Presidente della Repubblica, a firmarlo per l’Italia, prevede una serie di norme e vincoli di natura economica per il contenimento del debito pubblico, come, ad esempio, l’inserimento del pareggio strutturale di bilancio di ciascun Stato.

Advisor Abbate - patto stabilità 3È anche previsto l’obbligo di mantenere al massimo al 3% il rapporto tra deficit, e cioè la differenza tra quello che lo Stato incassa e quello che spende, e il PIL, cioè il Prodotto Interno Lordo; l’obbligo per i Paesi con un debito in eccesso, di ridurlo di un ventesimo all’anno il rapporto tra debito pubblico e PIL, nell’arco di un ventennio.

Che il debito pubblico sia uno scandalo non vi è ombra di dubbio, ma che poi debbano essere i cittadini a pagare le conseguenze per scellerate ed immotivate scelte governative non è per nulla corretto.

Si parla sempre dei costi della sanità e delle pensioni, ma si è sempre fatto questo discorso in maniera partigiana, dimenticando alcuni piccoli dettagli.

Ad esempio che l’istituto della sanità, proprio per sua natura, non può e non deve essere visto da uno Stato serio come fonte di guadagno. La salute pubblica è un qualcosa che non può essere mercanteggiato.

Per quanto riguarda la questione delle pensioni vi è poi un lungo capitolo. Per esempio chi ha creato l’incredibile situazione delle baby pensioni? Se nessuno se lo ricorda, ve lo dico io. Fu il Governo Rumor che nel lontano 1973 acconsentì che tanto i dipendenti dello Stato quanto i militari potessero andare in pensione dopo il versamento dei contributi, per le donne sposate con figli di 14 anni 6 mesi e 1 giorno e di 20 anni per gli statali, mentre 25 per i dipendenti degli enti locali.

Advisor Abbate - Patto Stabilità 2Il provvedimento fu votato sia dalla maggioranza sia dall’opposizione. Per comprendere meglio la portata di questo lungimirante progetto approvato da tutte le forze politiche presenti allora, porto ad esempio che nel 2011 erano oltre mezzo milione i complessivi pensionati che avevano meno di 50 anni, dei quali i pensionati INPDAP, ovvero del pubblico impiego, erano 425.000.

Il costo complessivo annuo, calcolato appunto nel 2011 era di ben oltre 9 miliardi di euro. Interessante notare che sulla Stampa, vi fu un bellissimo articolo a firma di Roberto Giovannini che in occasione dei quarant’anni delle baby pensioni scrisse, fra le altre interessantissime cose “Secondo alcune attendibili stime, considerando la maggiore spesa sopportata anno dopo anno e la minore contribuzione incassata, le baby pensioni sono costate allo Stato 163,5 miliardi. Il disastro dell’Italia di oggi è fatto da tante storie come quella delle baby pensioni. Scelte sbagliate, cui si è rimediato male e senza coraggio o a volte non si è rimediato per niente. Il conto lo stiamo pagando noi e continueranno a pagarlo i nostri figli”.

Come Advisor non posso non essere che d’accordo da quanto espresso, considerando poi che tutti i parlamentari che votarono questo famigerato Dpr 1092 non hanno mai pagato di persona neppure una lira e neanche un centesimo di euro. Questa è democrazia?

 

Edilizia eco/sostenibile: un’occasione per aggredire la crisi

Casa ecosostenibile

Se si volesse fornire una definizione al concetto di edilizia eco/sostenibile, si potrebbe dire che con questo concetto si intendono quei progetti relativi alla edificazione di edifici che risultano essere in grado di poter limitare il loro impatto ambientale.

Come Advisor, ricordo che su questo orientamento vi sono numerose direttive che provengono dall’Unione Europea. Voglio anche sottolineare come il nostro Paese sia in prima linea riguardo una tutela migliore dell’ambiente sia tramite il recepimento di queste direttive e sia con proposte di Legge apposite che possono andare a incoraggiare progetti riguardanti edilizia eco/sostenibile.

Ma oltre a questi aspetti, per l’edilizia italiana, si tratteggiano ottime opportunità tra incentivi europei e fondi strutturali. Una bella boccata di ossigeno per un comparto che è stato investito dalla crisi e dalla fase recessiva.

Pannelli solariSecondo i dati, si sono persi all’incirca settecentomila posti di lavoro nei soli ultimi anni, senza poi dimenticare le centinaia di imprese che si sono viste costrette a chiudere. Tuttavia, proprio in virtù di delle ottime opportunità che si prospettano all’orizzonte, grazie all’edilizia eco/sostenibile, il settore e tutti noi insieme, possiamo costruire un futuro migliore.

Ho sempre ribadito il concetto che oggi più che mai è necessario innovare in modo eco/sostenibile per poter effettivamente crescere. Innovazione e sostenibilità reputo che siano gli effettivi mezzi per uscire dalla crisi, e, inoltre raffigurano la miglior chiave di lettura che si possa dare a tutti i vari avvenimenti necessari per spezzare l’incredibile catena di eventi che ha portato a questa situazione.

Pertanto è assolutamente importante che non venga a mancare una reale spinta innovativa che sia realmente in grado di incrociare come pure di tenere insieme l’intero quadro operativo. D’altra parte, poi non è assolutamente il caso di non tenere in debito conto l’accresciuta sensibilità all’ambiente e come si siano sempre più sviluppate delle esigenze che desiderano essere soddisfatte con un risparmio e migliori condizioni di vivibilità.

MansardaCome Advisor ho avuto il piacere di riscontrare sempre un ampio e largo appoggio per progetti di sviluppo impiantati sulla sostenibilità ambientale. La diffusione di reali e concrete fonti energetiche, infatti, forniscono ampi mezzi per poter affrontare molteplici problematiche.

È pure il caso di ricordare come è anche accresciuta la domanda da parte delle famiglie di una edilizia sostenibile, di costruzioni, quindi, che nel contempo sappiano coniugare l’esigenza di nuovi spazi con opere architettoniche maggiormente eco/compatibili ed eco/sostenibili, senza assolutamente dimenticare una maggiore attenzione per la sicurezza idrogeologica e sismica.

Domanda e offerta, capire le logiche del mercato

Ogni cosa vale il prezzo che l’acquirente è disposto a pagare per averla

(Publilio Siro)

domanda-offerta

Publilio Siro, scrittore e drammaturgo romano soleva dire: “Ogni cosa vale il prezzo che l’acquirente è disposto a pagare per averla”. Come Advisor so perfettamente di essere di parte, ma non posso non riconoscere quanto sia affascinante l’economia.

Certo, onestamente ammetto che non è proprio una materia così facile da digerire, ma, pur nella sua osticità, ha quel quid che è molto attraente. Basta pensare ad esempio a quello che riguarda la domanda e l’offerta.

Il tutto parte da un semplice concetto e cioè esiste un soggetto economico che desidera dare soddisfazione ad un determinato bisogno e far questo ha necessità di un determinato bene. Questo semplice concetto è legato, per quanto ci concerne, al libero mercato.

In questa determinata situazione tutto ciò che verte la domanda, e cioè la quantità che viene ad essere richiesta in riferimento ad un bene, risulta essere inversamente rispondente al prezzo dello stesso bene, e quindi la quantità richiesta sarà minore quanto il prezzo risulta essere più alto.

A fronte di questo processo, in economia, in linea generale, avviene questo: nel caso in cui il prezzo dovesse aumentare, allora diminuisce la quantità che è domandata; di contro, se il prezzo dovesse diminuire allora si potrà vedere aumentata la domanda. È un po’ come se fosse una specie di altalena, nella quale il soggetto economico fa aumentare la sua domanda o la diminuirà in base al fatto se il prezzo aumenta o diminuisce.

legge domanda e offertaIn linea di principio, quindi, si potrebbe dire che un determinato bene destinato a soddisfare un determinato bisogno, sarà maggiormente acquistato se il suo prezzo è basso, mentre se questo è alto allora le vendite caleranno.

Nel mondo della economia, pertanto la domanda e l’offerta, sono viste come un modello matematico di determinazione, cioè di definizione, del prezzo e questo in un ambito denominato mercato. In microeconomia, quindi, la domanda è intesa come la quantità che viene ad essere richiesta dai consumatori e dal mercato di un determinato servizio o bene, dato un determinato e cioè specificato, prezzo e quanto andrebbero a spendere se variasse tale prezzo.

Come Advisor, ricordo che la domanda è logicamente influenzata da diversi fattori, come:

  • i bisogni del consumatore
  • la rigidità o l’elasticità della domanda
  • il costo del denaro
  • le soggettive aspettative dei consumatori
  • il reddito del consumatore
  • il prezzo dei beni succedanei e complementari
  • il prezzo del bene comperato.

Per quanto, invece, riguarda l’offerta, l’economia ricorda che con essa si viene ad intendere la quantità relativa ad un certo servizio o bene, che viene ad essere posto in vendita ad un dato prezzo in un determinato momento.

Le caratteristiche specifiche riguardanti l’offerta a loro volta vanno ad influenzare il mercato quanto il prezzo. Anche l’offerta viene ad essere influenzata da molteplici fattori come

  • i costi di produzione
  • la tecnologia
  • i prezzi
  • le politiche governative.

Termino questo mio breve excursus, ricordando che vi è monopolio quando vi è un solo venditore, se i venditori sono due allora si parlerà di duopolio, mentre se essi sono pochi allora si tratta di oligopolio.

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Advisor Abbate

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Oggi, nell’era della globalizzazione, sarebbe un comportamento miope non vedere oltre il “proprio naso” e non puntare l’attenzione a tutto quello che il Mondo intero offre.

Chi sta in Italia, chi ha una attività imprenditoriale in Italia, chi vorrebbe ampliare i propri affari, non può e non deve guardare solo all’interno dei confini nazionali, bensì avere una visione e mentalità rivolta all’estero.

I confini, oggi come oggi, sono diventati labili e non rappresentano più un ostacolo insormontabile per poter operare anche in parti molto distanti dalla propria Nazione.

Tuttavia, c’è ancora una barriera, invisibile che potrebbe, in effetti, apparire come insormontabile e che solo chi è un esperto e ha una solida esperienza, come me, è in grado di “azzerare”: si tratta delle diversità culturali e di veduta d’insieme che potrebbero rappresentare un vero e proprio muro impenetrabile.

Solo con la giusta conoscenza e mediazione, come quella che mi è propria quale professionista che ha il giusto background per operare in vari campi, compreso quelli industriali e finanziari (per saperne di più, rimando alla sezione Chi Sono su questo sito) queste barriere si possono superare e si possono così raggiungere gli obiettivi imprenditoriali che ci si è posti.