Il Made in Italy minacciato dalla contraffazione

Abbiamo dei vecchi e dei nuovi conti da regolare: li regoleremo

Benito Mussolini

Advisor Abbate - parmiggiano

Come Advisor non mi stancherò mai di difendere il Made in Italy, e questo non tanto per un aspetto riguardante il fatturato, quanto proprio per un orgoglio nazionale.

Non per nulla io credo ancora che la nostra Italia sia “Un popolo di poeti di artisti di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e di trasmigratori”. Ogni nazione ha il suo marchio distintivo che caratterizza i suoi prodotti e li fa risaltare da loro simili, ad esempio il Made in Germany è sempre stato sinonimo di robustezza e affidabilità, il Made in USA è il segno di un innovativo e all’avanguardia del prodotto, mentre il Made in Japan simboleggia alta tecnologia e funzionalità. Il Made in Italy, cioè il Fatto in Italia, esprime da sempre l’eccellenza della creatività e della artigianalità.

Il mondo intero ammira e si fida di un prodotto che è fatto in Italia, e molte persone sono anche disposti a fare enormi sacrifici per essere in grado di acquistare un articolo di marca italiana, che sfoggeranno con grande orgoglio. Ad esempio nel settore della Moda, il nostro Paese è al primo posto per l’alta qualità dei propri tessuti e l’eleganza perfetta e raffinatezza, nonché per la garanzia di materiali di qualità.

Advisor Abbate - Max MaraIl Made in Italy recentemente è stato sempre più vittima, disgraziatamente, di molteplice contraffazione da parte di coloro i quali, sfruttando vergognosamente il prestigio del marchio, del nostro marchio, lo adoperano su numerose tipologie di prodotti, i quali non hanno nulla e in alcun modo da spartire con quelli che vengono ad essere realizzati in Italia. Inoltre sono produzioni di una qualità scarsa, realizzati con pochi centesimi di euro, oltre che, in molte situazioni, sfruttando in maniera ignobile innocenti bambini, i quali sono obbligati a dover produrre per diverse ore al giorno in ambienti lavorativi malsani, oltre che ad essere sottopagati.

Tale produzione, successivamente, viene ad essere distribuita sul mercato globale, con prezzi che, ovviamente, risultano essere nettamente inferiori a quelli che rappresentano il vero e proprio Made in Italy.

Uno scandalo che scandalosamente e indecentemente non è mai stato, sciaguratamente, affrontato in maniera serie da nessun Governo italiano. Questa situazione non può fare a meno di sanzionare le piccole e medie aziende che si impegnano a creare e produrre un vero e proprio 100% Made in Italy, un manufatto realizzato da generazioni, e che desidererebbero poter continuare a farlo, proponendo alla clientela, che in realtà apprezza la qualità italiana, un alto prodotto di qualità e di vero artigianato, completamente realizzato in Italia, con costi piuttosto elevati di produzione, ma con la soddisfazione quotidiana di garantire un qualcosa che abbia vera essenza di Italia, di arte e di bellezza.

Advisor Abbate -Mortadella_e_rosetteOvviamente la decisione di conservare tutto il processo produttivo nel nostro Paese comporta dei costi di gestione che sono molto più elevati. Infatti, i lavoratori sono artigiani professionisti e, come è giusto che sia, hanno bisogno di essere ben pagati, e forniti di tutti i benefici di legge e delle disposizioni pensionistiche.

Come Advisor ricordo, inoltre che anche tutte le varie attrezzature utilizzate per la produzione debbono garantire un elevato livello di finitura e quindi debbono essere regolarmente controllate ed eventualmente sostituite, come pure i materiali hanno un certo costo che fluttua a seconda del clima economico del Paese.

Tutti aspetti che ovviamente chi contraffa il marchio Made in Italy non deve sostenere. Ma a quando una vera e corretta tutela di tutto quanto è in grado di proporre il nostro grande e stupendo Paese?

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Costi, ricavi e profitti: comprendere le logiche del mercato

Se costruisci un muro intorno alla tua proprietà, ti può venire a costare più di quanto la proprietà ti possa rendere

(Democrito)

Advisor Abbate - Torta

In qualità di Advisor conosco perfettamente il fatto che la massimizzazione dei profitti sia il principale obiettivo di una qualsiasi forma di impresa.

Uno degli aspetti principali per poter riuscire a far massimizzare i profitti di una impresa, nasce dalla combinazione di due aspetti. Il primo aspetto verte il fatto che la stessa riesca a determinare la quantità ottimale da produrre, mentre il secondo aspetto riguarda che essa sia anche in grado di poterlo produrre al più basso costo possibile.

Per chi non è particolarmente addentro ad aspetti che riguardano l’economia, è da saper che, quelli che generalmente vengono ad essere definiti i profitti di una impresa, non sono null’altro che la differenza esistente tra il ricavo e il costo. Senza doversi troppo dilungare in quel che riguarda l’economia aziendale, possiamo definire il ricavo come una utilità economica che una determinata impresa è in grado di poter attuare per mezzo della creazione di uno specifico processo economico.

Questo processo economico risulta essere incentrato sulla vendita di un determinato quantitativo prodotto o di beni o di servizi, oppure di entrambi. Di logica conseguenza si può anche comprendere come al variare di quanto una azienda è in grado di produrre, sempre in termini di bene e di servizi, variano i costi totali che l’impresa deve sostenere, come pure vanno anche a variare i suoi ricavi totali.

Advisor Abbate -economiaCome Advisorricordo sempre come uno degli obiettivi vitali di una qualsiasi tipologia di impresa, sia il saper determinare la ottimale quantità che deve essere prodotta. Infatti, questo è un mezzo di fondamentale importanza per poter andare a massimizzare quelli che sono appunto i profitti totali.

A fronte di quanto fino adesso esposto, chiunque potrà anche comprendere molto bene, come il ricavo totale di una impresa venga ad essere determinato dal prodotto e pertanto tra quello che risulterà essere il prezzo di vendita e quella che sarà la quantità che è stata venduta.

È anche da rammentare che quello che è chiamato tecnicamente prezzo di vendita, è la risultante della dipendenza esistente nella forma del mercato entro il quale andrà ad operare l’impresa. Infatti, sempre in linea generale, andando a variare la quantità di beni e di servizi che una ditta offre, essa stessa potrebbe anche andare ad incidere in quello che è poi il famoso prezzo di vendita.

In altri termini, magari più sintetici, il prezzo risulta essere, perciò, una funzione della quantità che si va ad offrire sul mercato. Il potere di mercato di una determinata azienda è anche individuato dalla sua capacità di riuscire a incidere proprio sul prezzo di vendita. Questo potere di mercato che può avere una impresa è in gran parte determinato da quale sia l’elasticità della domanda che l’azienda ha di fronte a sé.

Advisor Abbate - lavoro GENERICAPer tanto la cosiddetta massimizzazione dei profitti totali viene ad essere ottenuta riuscendo a produrre una quantità che sia in grado di poter massimizzare la differenza esistente fra quelli che sono i ricavi totali e quelli che sono i costi totali.

Invece, il potenziale incremento nei costi che viene ad essere determinato tramite un comportamento o da una azione che può essere intrapresa da un soggetto economico, comporta la nascita di conflitti in quelle che sono le relazioni esistenti tra le varie parti sociali. Questo fenomeno è chiamato diseconomia. Più semplicemente è tutto ciò che va a creare effetti negativi.

Tutelare il Made in Italy con una rotta precisa e chiara

Quando è in atto una crisi, la passività non fa che accrescere l’impotenza: alla fine ci si trova costretti ad agire proprio sui problemi e nelle condizioni di gran lunga meno favorevoli

(Henry Kissinger, Gli anni alla Casa Bianca, 1980)

Advisor Abbate - frecce tricolori

Per il Premier Matteo Renzi l’Italia è la patria della legalità. Ora tanto come italiano quanto Advisor abituato a confortarmi con il mondo economico di tutto il pianeta, mi chiedo se quanto asserito dall’attuale Premier, tra parentesi ancora una volta imposto e non frutto di libere elezioni, sia convinto di quanto dice, oppure se è la classica frase d’effetto pronunciata tanto per dirla.

Certo, in assoluto il concetto trova la sua essenza, visto che l’importanza e la valenza storica intrinseca del Diritto Romano la si può ancora oggi vedere riflessa, ma dato che tale frase non sarebbe stata pronunciata in una aula di Università, non fa altro che lasciarmi alquanto basito.

Se si fosse al bar con gli amici a parlare di calcio e di politica, verrebbe quasi voglia di domandarsi se ci fa oppure effettivamente c’è. Parlare di legalità in un Paese nel quale la corruzione è ai massimi storici non è solamente deviante e falso, ma denota la semplicità e la stupidità con la quale la nostra classe politica affronta le questioni che sono sul tavolo.

Advisor Abbate - tricolore cervelloRecentemente è stato, infatti, pubblicato che nel nostro Paese la corruzione viene ad essere percepita al novanta per cento. Evidentemente il Premier Renzi appartiene al restante 10 per cento, peccato però che è il capo del Governo italiano.

Molti sostengono che indagare sulla corruzione presenta dei costi superiore a confronto dei risultati. Sulla base di questa tipologia di impostazione mentale, sarebbe allora molto meglio mettere un bell’annuncio su internet e cercare qualcuno disposto a comprarsi l’Italia. Almeno, così, forse, finirebbe tutta questa imbarazzante tiritera.

Già il nostro Paese non gode di generalmente grande affidabilità, anche in considerazione che i vari governi non solo cambiano linee programmatiche, ma si divertano anche a creare grande confusione in tema di economia.

L’economia è uno dei settori chiave per un paese, e deve essere maggiormente rispettato. È un mare nel quale vi sono i noti grandi squali, speculatori che possono allegramente prosperare nelle acque torbide. Se poi non si fa altro che alimentare questo habitat, una qualsiasi persona dotata di una media intelligenza può trarre da solo le logiche conseguenze.

IPizzan una globalizzazione di mercato, si debbono fare altri tipi di scelte. Si debbono offrire chiare e inequivocabili garanzie, se effettivamente si vuole uscire dalla pressante presa da parte delle lobby di speculatori.

I nostri storici brand non possono essere così svenduti per un semplice piatto di minestra. Anzi, debbono essere salvaguardati e riportati in auge.

O il nostro Governo, qualsiasi esso sia, cambia effettivamente rotta, oppure il destino del tanto decantato Made in Italy va letteralmente a buone donne. In gioco non ci sono solo i posti di lavoro, ma proprio il futuro stesso del paese Italia.

Non si può in continuazione fondare tutta l’economia sulla base delle sovvenzioni europee, che oltretutto non si è neppure capaci di utilizzare. Si deve impostare una rotta precisa e chiara, che sappia fornire la sufficienza fiducia delle enormi potenzialità insite e che aspettano, oramai da lunghi anni, di poter finalmente riemergere in tutta la gloria e la possanza che le spettano.

 

 

L’Italia che funziona non viene tutelata da chi governa

Le eccellenze italiane primeggiano in tanti settori, ma non hanno una adeguata protezione. Emblematico il caso di quello enogastronomico

Prosciutto di ParmaNonostante la presenza della criminalità organizzata, dei disservizi, il malaffare, della politica corrotta e corruttrice, insomma nonostante tutto, è di incredibile piacere poter constatare che vi sia ancora una industria capace di funzionare e soprattutto in grado di soddisfare il consumatore straniero.

Per quanto miracoloso possa sembrare, quindi, vi sono aziende italiane ancora in grado di tenere in alto il nostro vessillo. Mi dà davvero enorme soddisfazione il poter constatare che la cosiddetta “eccellenza italiana” abbia ancora un così elevato valore nei mercati internazionali, che venga ancora una volta riconosciuto l’italico valore. È vero, lo ammetto, sono profondamente nazionalista, sono ancora una persona che quando sente il suo Inno Nazionale o intravede all’estero la sua bandiera, non riesce a trattenere una lacrima, una lacrima che sgorga dal cuore al pensiero della mia Patria, della mia terra.

A dispetto della politica, della burocrazia, della feroce concorrenza dei cosiddetti “Paesi emergenti”, esiste, pertanto, una Italia che funziona, capace di produrre eccellenze invidiate da tutto il mondo.

Fra i vari comparti economici che riescono ancora a sostenere sulle proprie spalle il peso di uno Parlamento capace solo di fare i propri interessi personali (inteso in senso allargato, ossia di partito), ci è un comparto di particolare valore, ma assai poco protetto e di certo scarsamente difeso da una imbelle classe politica.

È il settore agricolo quello capace di produrre prodotti enogastronomici che non hanno alcuna corrispondenza per la loro qualità, per la loro sincera e ottima bontà; tanto per citarne uno, lo squisito Prosciutto di Parma. Eppure, basterebbe semplicemente superare il confine con la Francia, per esempio, per scoprire come fare pubblicità delle proprie specialità. Sia che sia un semplice e classico bistrò oppure un celebrato ristorante, se vi recherete in Francia, potrete constatare come vengono presentati e serviti i loro formaggi.

I nostri ottimi prodotti caseari, e non per voler fare del mero nazionalismo, non solo offrono una più ampia scelta, ma sono proprio migliori per qualità e sapore.

Il Governo italiano fa poco o nulla per proteggere il Made in Italy

vinoEppure il nostro Governo, anche in seno alla Comunità Europea, non fa nulla per difendere il Mady in Italy. Non per nulla, molti consumatori europei come pure extra europei vengono truffati andando ad acquistare prodotti alimentari con nomi che richiamano palesemente nostri prodotti ben noti, e che vengono regolarmente venduti con tanto di tricolore, pur non avendo nulla anche fare e spartire con i nostri prodotti originali.

Però, provate a trovare un pseudo prodotto francese in commercio. I nostri vini, i nostri vari prodotti gastronomici tipici vengono ad essere venduti su numerose piazze con chiari e rimarchevoli riferimenti a quelli originali, senza che via da parte di chi ci Governa alcuna seria presa di posizione.

Certo, non è più il tempo di armarsi e partire in guerra. Ma se oggi sempre meno cannoni e carrarmati vengono ad essere utilizzati, bisognerà pure tutelare i nostri prodotti in questa scorretta guerra economica.

Si parla tanto di una Europa unita, senza poi però ricordare che non esiste di fatto una unica polita economica, una unica politica interna ed estera.

Si è pensato, o meglio si è voluto far credere, che con la moneta unica si fosse diventati improvvisamente un’unica grande Nazione. Peccato però che non ricordano mai che quando i rappresentanti dei vari Governi francesi, olandesi, belgi e delle altre nazioni, vanno in giro per il mondo non concludono accordi commerciali per un Europa, ma per la propria Nazione.