L’economia circolare: un nuovo modello di prosperità

L’ecologista non è l’uomo che dice che il fiume è sporco. L’ecologista è l’uomo che pulisce il fiume”.

Ross Perot

Quanto è avvenuto in tutta l’economia mondiale, indubbiamente, ha posto numerosi interrogativi, in particolare sui perché sarebbe opportuno introdurre seri cambiamenti su quello che è l’attuale modello economico. Come Advisor, un concetto economico che mi è particolarmente caro è quello della cosiddetta economia circolare, un concetto economico che si va ad inserire, tra le altre cose, in maniera perfetta in un contesto incentrato sullo sviluppo sostenibile.

Non è di certo un mistero che l’economia circolare venga ad essere profondamente ispirata dalle basilari nozioni di economia verde. L’economia circolare, quindi, sprona verso un funzionamento degli ecosistemi naturali, dimostrando, immediatamente, la sua efficienza proprio andando a considerare l’utilizzo di risorse che vengono ad essere generate da un più attento valore ambientale, sociale ed economico.

In qualità di Advisor, sono sempre stato dell’opinione che un industria ecologia offra solide prestazioni di salvataggio all’economia di mercato. D’altronde, il settore del riciclaggio dei rifiuti ha avuto modo nel tempo di dimostrare di essere perfettamente in grado di offrire delle ottime materie prime che possono essere utilizzate in più settori industriali.

Pertanto, un’economia che opera in un concetto di riciclo rifiuti ha, tra i suoi primari obiettivi, quello inerente la produzione di beni e servizi, consentendo, di fatto, di poter andare a limitare in maniera notevole tanto il consumo quanto lo spreco di materie prime e fonti energetiche non rinnovabili.

È un dato più che assodato che l’attuale modello di produzione e di consumo, che hanno dominato dalla rivoluzione industriale, si basi su un consumo abbondante di risorse naturali. In pratica, se da un lato questo modello di sviluppo ha accelerato il progresso e ha permesso a miliardi di persone di poter raggiungere una certa prosperità materiale, dall’altra, oggi, mostra evidenti segni di logoramento.

Non a caso, il fondamento sul quale si basa la società dei consumi, evidenzia, oggi come non mai, i segni dei suoi limiti di fronte alle sfide ambientali, occupazionali e globali.

La biocapacità della Terra, ovvero la capacità di rigenerare le risorse rinnovabili, non può più, pertanto, non essere considerata in maniera seria.  Sono del parere, che una consapevolezza economica collettiva, sia un più che valido strumento che possa permettere di adottare misure per ridurre gli impatti ambientali e, questo, è un primo passo indispensabile.

In sostanza, si devono andare a costruire modelli economici che sappiano sempre più ridurre l’impatto ambientale e, tutto ciò, non è affatto un ambizioso approccio. Anche per queste ragioni, sono propenso a considerare un modello di economia circolare un elemento fondamentale per dare un rilancio a lungo termine dell’economia globale.

In conclusione, considero questo modello economico molto utile sia per una effettiva riduzione dell’impatto ambientale sia al fine di vedere la creazione e il successivo sviluppo di una economia ove valori economici, ambientali e sociali, trovino una concreta convergenza.

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