Mario Draghi tuona: “L’Euro è irrevocabile”

Tutte le decisioni definitive sono prese in uno stato d’animo che non è destinato a durare

Marcel Proust

Advisor Abbate - Draghi pres. BCE

Per una ennesima volta, torno a sentire da parte di Mario Draghi che “l’euro è irrevocabile”, tuttavia, dovrebbe ricordare che la famosa frase “l’ora delle decisioni irrevocabili”, appartiene al passato.

Nella mia oramai lunga carriera di Advisor, mi sono trovato ad affrontare situazioni di difficile soluzione che hanno visto la loro positiva conclusione in una corretta e proficua forma di mediazione. Se nella vita è giusto che vi siano dei princìpi universali, nel campo dell’economia le cose cambiano sostanzialmente.

Proprio come Advisor, nel trattare problematiche riguardanti sia la micro e sia la macro economia, non parto mai dal principio che un qualcosa sia irrevocabile. Per quanto mi concerne, l’unica cosa che non può essere revocata, ahimè, è il fatto che prima o poi si debba morire.

Per quanto verte tutto il resto è la storia, è la vita di tutti i giorni che asserisce che nulla è irrevocabile. Perfino il richiamo biblico “Quello che Dio ha congiunto l’uomo non separi” è stato, da tempo, ampiamente revocato.

La mia, ovviamente, non vuole essere una presa di posizione nei confronti di Mario Draghi che ripete di continuo che l’euro è irrevocabile. Tuttavia, mi sento libero di non essere affatto d’accordo. Mi spiego meglio.

Se da un punto di vista strutturale è in vigore un trattato, che comunque lascia aperta la possibilità di poter uscire tranquillamente da quella che è l’Unione Economica, non è che per questo che l’euro è irrevocabile. Mi stupisce, dato l’alto profilo della persona, che si possa asserire tale concetto solo ed esclusivamente perché vi è un Trattato.

Advisor Abbate - bce sedeLa Storia è colma di trattati stipulati e firmati che hanno, poi, lasciato il tempo che trova. Lasciando da parte il mondo, Mario Draghi, dirigente pubblico italiano, accademico, economista, professore universitario, banchiere con esperienza anche presso il Ministero del Tesoro, dovrebbe conoscere quale valore possono avere i trattati in Italia.

Ad esempio, a Vienna il 20 maggio del 1882, Austria, Germania e Italia firmarono la nota Triplice alleanza. Nonostante ciò, il nostro paese nel 1914 restò neutrale fino a che nel 1915 entrò a far parte della Triplice Intesa, cioè si alleò con la Francia, la Gran Bretagna e la Russia.

Per così rimanere sulla lunghezza d’onda, vogliamo, poi, ricordare come l’Italia si sia comportata durante il Secondo Conflitto Mondiale? Prima alleata con la Germania e poi nemica della Germania.

Allora, i trattati sono importanti e fondamentali, ma non hanno proprio nulla di irrevocabile.

Credo, invece, che dovrebbe essere una volta per tutte chiarito che il concetto di una moneta unica non si è affatto trasformato in una politica e in una economia unica europea. Inoltre, reputo che sarebbe più onesto e corretto affermare che la firma del Trattato di Maastricht avvenuta nel febbraio del 1992 è stata, ad essere buoni, quanto meno avventata.

Apparire troppo arroganti, cosa che è avvenuta a Mario Draghi nel manifestare il suo pensiero, non porta a nulla, come non serve a niente il trincerarsi dietro a trattati. Comunque, sono convito che sappia molto bene che, nella realtà, le cose sono ben diverse e che parla in quel modo solamente per il ruolo istituzionale che ricopre.

A conferma della mia impressione e che lo stesso Draghi, recentemente, ha anche ammesso che l’uscita dell’euro è legata al fatto che debbono essere pagati i debiti che si sono contratti con la Bce.

Ma anche su questo ci sarebbe una lunga e articolata discussione, dato che sarebbe interessante saper cosa farebbe la Bce se l’Italia come Stato, come Democrazia e come Popolo decidesse di non pagarli.

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