L’economia dell’etica e l’etica dell’economia

Abbiamo due tipi di morale fianco a fianco, una che predichiamo, ma non pratichiamo e un’altra che pratichiamo, ma di rado predichiamo

Bertrand Russell

Non è un caso razionale di eloquenza il considerare l’economia dell’etica e l’etica dell’economia. Infatti, da Advisor reputo che sia quanto mai opportuno che vi sia una più stretta integrazione tra l’etica e l’economia.

Gli economisti hanno da sempre presupposto che il “valore” e il “prezzo” siano sinonimi e intercambiabili, ignorando, di conseguenza, come questo sia una sorta di falsa ipotesi. Infatti, reputo che adottare un approccio interdisciplinare potrebbe migliorare l’economia distinguendo i valori economici dai valori etici. Certamente, tutto ciò potrebbe essere considerato come una sfida all’economia convenzionale, un “peccato” degno di riempire le pagine di vari libri.

Pur tuttavia, come Advisor, sento la necessità di avviare un argomento correttivo contro la rigida separazione tra gli agenti e gli aspetti puramente normativi di una analisi economica. Infatti, è proprio grazie a diversi contributi che si possono andare ad esplorare le diverse dimensioni della frontiera tra razionale e morale nell’economia politica, nell’etica e nella filosofia.

Vi sono molteplici considerazioni che forniscono una panoramica del ruolo che le considerazioni etiche svolgono nei dibattiti economici. Se in linea generale si tende a concentrarsi sui risultati del benessere, credo che chiedere un approfondimento dell’origine e dell’evoluzione delle nostre norme morali non sia così sbagliato e inutile.

Integrando la ricerca teorica e l’applicazione di una etica in un contesto storico, si potrà avere un quadro approfondito e accessibile ove, contemporaneamente, si sviluppano tre sistemi etici interrelati di quella che dovrebbe essere l’economia, ossia la dignità, le regole e la virtù.

Qui, non si vuole dare vita ad una frizione o a una nuova scuola di pensiero economico ma, molto più semplicemente, si tende a mettere in rilievo come dovrebbero adattarsi determinati modelli economici al fine ultimo di procurare benessere.

Vi sono aspetti concettuali, quindi, che debbono essere esaminati con maggior attenzione e più accortezza. Per rimanere su aspetti vertenti argomenti contemporanei, basterebbe ripercorrere i passaggi della crisi finanziaria che dal 2008 attanaglia l’economia. Credo, che questo avvenimento, seppure non epocale e non unico nella storia dell’economia mondiale, abbia, tutto sommato, evidenziato i limiti morali dei mercati, i risultati dell’economia sperimentale e la natura della giustizia economica.

Oggigiorno, quindi, sarebbe corretto farsi guidare da una innovativa forza, una idea economica ove vige anche un pluralismo etico. Sarebbe per lo meno intelligente, voler riconoscere che, in linea di massima, ogni sistema ha applicazioni appropriate e che, invero, nessuno prevale.

Ecco perché reputo che sarebbe il caso di considerare un quadro morale più ampio, piuttosto che concentrarsi sulla massimizzazione dell’utilità. Tutto questo, ne sono fortemente convinto, può portare ad una comprensione più ricca del comportamento umano e a migliori decisioni politiche.

Il ponte più importante tra etica e economia si riferisce al pragmatismo che guida le tecniche logistiche dell’economia, una filosofia morale che dovrebbe incarnare una particolare prospettiva e atteggiamento.

In conclusione, si deve avere una panoramica più incisiva nei confronti di un’area di interesse in fioritura all’interno della nostra economia.

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