Gli allarmismi creati appositamente

Ogni minuto muore un imbecille e ne nascono due

Eduardo De Filippo

Se esiste una cosa che fin dal mio profondo non sopporto, è proprio quello di creare notizie tendenziose e fondamentalmente pericolose e, questo, sulla base di mezze verità.

Come Advisor, sono abituato a leggere i dati e a cercare di comprendere quali possano essere le evoluzioni in economia. Ma per fare tutto questo non mi attengo, di certo, alla lettura dei fondi del caffè o nel leggere le carte.

Invece, alle volte, come Advisor devo notare come sempre più sia divenuta una pericolosa spirale, l’infida abitudine di creare panico con le cosiddette mezze verità, con le frasi d’effetto, con dei dati che, per loro natura, sono sempre in costante mutazione. Ebbene, anche nel caso delle pensioni, vedo più atteggiamenti da chiromanti e da indovini che da seri e concreti professionisti.

La cosa che è poi davvero dannosa e che il tutto partirebbe pure da un concetto che potrebbe essere anche più che corretto, ma, che strada facendo, assume i connotati di un romanzo di grande fantasia. In questi giorni, più di una volta ho sentito annunciare catastrofiche profezie per colpa del pagamento delle pensioni. Ma ho anche notato, che ancora una volta tale argomento non è stato trattato e sviluppato come si dovrebbe.

Infatti, mi sono tornate in mente tutte quelle immagini e quei ricordi fanciulleschi legati ai parchi giochi dove vi era sempre un tendone con una maga. Ora, se ci si affida a questo tipo di previsioni, basate sull’ovvio e sviluppate sul nulla, si rischia di andare ancor di più a compromettere il delicato e inquieto mondo economico.

Non si può, infatti, dimenticare, che l’economia globale oscilla tra uno “starnuto” della Russia e “un mal di pancia degli Stati Uniti”, come influisce anche se i vertici cinesi sono stati colpiti da una “influenza”. È un qualcosa, quindi, di davvero delicato.

Perciò, quando leggo titoli ad effetto ove si afferma che per i sei maggiori paesi le pensioni sono una sorta di bomba ad orologeria non so, onestamente, se piangere o arrabbiarmi ancora di più. Infatti, già si parla che scoppierà prossimamente un gravissimo deficit di finanziamento, dato che entro il 2050 paesi quali Australia, Canada, Olanda, Giappone, Gran Bretagna e USA, dovranno convivere con un buco pari a 224 trilioni di dollari e che, aggiungendoci India e Cina, si arriverà ad avere un gap pari a 400 trilioni.

In pratica, secondo questi analisti che giocano con i numeri e dati veri, mischiandoli però a loro piacimento, l’economia globale è destinata a scoppiare per colpa del pagamento delle pensioni. D’altronde, non è da dimenticare che siamo in una condizione ove, davvero in buona fede, si crede ancora, ad esempio, che ogni sessanta secondi possano nascere nel mondo 250 bambini e che ogni sessanta secondi 113 di questi nasceranno in povertà, come pure che 107 persone ogni sessanta secondi muoiono.

Certo, ognuno è libero di credere in quel che vuole, anche che gli asini volino.

In conclusione, se si vuole dare credito al fatto che il pagamento delle pensioni decreterà la fine dell’economia, allora sarà bene correre immediatamente al riparo, provvedendo, in sintonia con il classico concetto “mali estremi, estremi rimedi”, a condannare, per lo meno, ad una dolce morte chi ha lavorato e pagato per tutta la vita la propria pensione. Così, il problema sarà risolto definitivamente alla radice.

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