Le condizioni economiche in Italia

“Non puoi fare una buona economia con una cattiva etica

Ezra Pound

Partiamo con le buone notizie, ossia che l’Italia è il Paese più grande esportatore di beni di lusso. Infatti, nonostante tutto, rimane la seconda potenza manifatturiera in Europa e la settima nel mondo. L’economia italiana è stata colpita duramente dalla crisi finanziaria globale, come lo testimoniano ben 13 trimestri di recessione.

Anche se l’economia italiana sembra essere riemersa dalla recessione nel 2015, da Advisor noto che la crescita rimane al di sotto della media per l’area dell’euro e di quelle che erano le aspettative del governo italiano.

Nel 2016, la crescita economica è stata pari al 0,8% del PIL, lo stesso livello dell’anno precedente. Da Advisor, reputo che la timida ripresa sia sostenuta principalmente dal dinamismo del commercio estero. Nel 2016, nonostante le riforme adottate, l’economia italiana è rimasta vulnerabile e non è stata immune da pressioni inaspettate.

La riforma del mercato del lavoro non ha avuto i risultati sperati, e il settore bancario resta appesantito da sofferenze. Il debito pubblico, è a livelli elevati, oltre il 130% del PIL. Oltre a tutto ciò, l’Italia deve anche affrontare l’esodo dei tanti giovani che scelgono di emigrare.

È poi, da ricordare che nel 2016 il Paese è stato colpito da due terremoti e l’arrivo di quasi duecentomila immigrati sul suo territorio ha portato ad avere una grave crisi umanitaria.

In questo quadro sullo stato di salute dell’economia italiana, deve essere, poi, sottolineato come nel mese di dicembre 2016, il popolo italiano abbia votato NO, con il 59%, alla riforma costituzionale nel noto referendum, un risultato che ha spinto il primo ministro Matteo Renzi a dimettersi.

La sua partenza ha portato ad alimentare la confusione politica. Non per nulla, formazioni come il Movimento 5 Stelle, sono diventate, per molti aspetti, un punto di riferimento per molti elettori. Per alcuni analisti, Matteo Renzi ha implementato molte riforme, concentrandosi su leggi sul lavoro e sull’occupazione, sulla pubblica amministrazione, sulla tassazione, cercando di favorire il consumo attraverso le tasse più basse.

Per altri ancora, Matteo Renzi vorrebbe misure per stimolare gli investimenti, le aliquote fiscali più basse sulle imprese e un aumento delle pensioni basse. Di contro, non si può non ricordare come il tasso di disoccupazione, che è aumentato da quando la crisi finanziaria globale è scoppiato, è del 11,5% e che i giovani sono stati i più i colpiti, con un tasso di disoccupazione di oltre il 35%.

Altri aspetti da considerare sono le disparità regionali tra il Nord, dinamico e altamente industrializzato e il Sud, un Mezzogiorno ove la povertà delle zone rurali è ancora molto elevata e la criminalità organizzata rimane un problema.

L’Italia è uno dei principali attori all’interno dell’Unione Europea per quel che verte la produzione agricola. Non per nulla, l’Italia è il maggior produttore europeo di riso, di frutta, di verdure e di vino. Pur tuttavia, il settore agricolo che rappresenta solamente il 2% del PIL italiano, è fortemente dipendente dalle importazioni di materie prime utilizzate nella produzione agricola a causa delle limitate risorse naturali del paese.

A tal proposito, è doveroso sottolineare come le importazioni italiane di materie prime siano responsabili di oltre l’80% dell’energia del Paese.

L’altra faccia della medaglia vede l’attività industriale italiana concentrata soprattutto nella parte settentrionale del paese. Una gran parte dell’industria italiana è costituita da imprese familiari, quindi da piccole e medie imprese. In pratica, oltre il 90% delle imprese industriali italiane ha meno di 100 dipendenti.

Comunque, in conclusione, l’Italia è il sesto più grande mercato di esportazione dell’Unione europea, e prodotti di lusso sono la voce principale.

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