Ius soli: il turismo delle nascite negli Stati Uniti

La partecipazione del prossimo alla nostra sorte è un’alternanza di gioia maligna, invadenza e saccenteria

Arthur Schnitzler

Ora, senza voler fare delle sterili polemiche, reputo, da Advisor, che il governo italiano più che a pensare allo Ius soli, farebbe molto meglio ad occuparsi dei problemi che interessano realmente molto di più i propri cittadini. Eppure, sembra che questo Ius soli sia il principale problema a cui si deve trovare una effettiva soluzione.

Problemi, ad esempio, come la Sanità, l’Istruzione, il Lavoro, l’Economia e via dicendo, quindi, per i governati italiani sono, per dirla alla Totò, semplice “quisquilie e pinzillacchere”.

Ma dato che se ne parla tanto, vediamo cosa succede in paesi come gli Stati Uniti, ove è prolificato in maniera esponenziale il fenomeno del turismo delle nascite. Come Advisor, voglio ricordare che, al pari del secondo emendamento con il quale si “garantisce il diritto di possedere armi”, il quattordicesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, prevede che “qualsiasi bambino che si trova a nascere nel suo territorio acquisisce la cittadinanza americana”.

Per comprendere la portata, ci si deve rammentare che negli Stati Uniti d’America, la Costituzione, seppure risalente al 1787, è considerata la suprema legge.

Ora, per tornare alla questione Ius soli, facciamo un semplice raffronto che mette, molto chiaramente, in evidenza quale possa essere l’impatto in Italia. Per meglio ancora evidenziare la disparità, prendiamo in considerazione un delizioso borgo molisano posto a ottocento metri in provincia di Isernia, Sant’Elena Sannita.

Orbene qui vivono, secondo i dati risalenti al 2016, 268 abitanti su un territorio che ha una superficie pari a poco più di 14 chilometri quadrati. Il che, vuol dire che ha una densità di circa 19 abitanti per chilometro quadrato. Ebbene, la densità abitativa degli Stati Uniti d’America è di 34 abitanti per chilometro quadrato, in un territorio di 9.372.614 chilometri quadrati ove vivono, secondo dati del 2016, 325.127.000 abitanti. Quindi, a Sant’Elena Sannita – in provincia di Isernia – vi sono 19 abitanti per chilometro quadrato, mentre negli Stati Uniti d’America vi sono 34 abitanti per chilometro quadrato.

Ora, se si pensa che la differenza di abitanti per chilometro è di 15, non si può non osservare la disparità esistente tra un territorio di appena 14 chilometri quadrati e quello di un territorio che ha una superficie complessiva di 9.372.614 chilometri quadrati. Forse, è il caso di ricordarsi che negli Stati Uniti vi sono sei fusi orari diversi, il che conferma ulteriormente la sua continentale espansione.

In Italia, nel 2016, eravamo già 60.532.325, con, quindi, una densità abitativa di oltre 200 abitanti per chilometro quadrato. In poche parole, oltre che non essere palesemente in grado di garantire un vivere civile alla già attuale popolazione italiana, il governo come pensa di sopportare il peso derivante da tutti quelli che possono richiedere lo Ius soli?

Ma non solo. I nostri governanti, sono informati del fatto che negli Stati Uniti, per via di quanto previsto dal quattordicesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, portare lì a partorire è divenuto un becero business e fonte di una incredibile sfilza di problemi?

Perfino il Wall Street Journal ha evidenziato come tale fenomeno ha avuto forti impatti, in particolare sulla economia del sud California.

In conclusione, invece che pensare allo Ius soli, non sarebbe, forse il caso, di pensare un po’ più seriamente ai cittadini italiani?

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