L’impatto coloniale e lo sviluppo economica in America Latina e nei Paesi Asiatici

Io sono quello che ha dato a Vostra Maestà più terre di quante ne abbia ereditate dagli antenati

Hernán Cortés

Da Advisor, reputo che l’impatto della colonizzazione sui paesi emergenti sia stato forte in campo politico, ma, anche e soprattutto in campo economico. Questo, perché la maggior parte di essi sono il prodotto della colonizzazione e le loro rispettive forme sono state modellate, in modo decisivo, dal loro incontro con i paesi politicamente ed economicamente più avanzati.

Inoltre, gran parte di questi paesi, hanno combattuto la colonizzazione con movimenti rivoluzionari anticolonialisti, come Cina e Vietnam, o movimenti nazional-colonialisti nazionalisti, come l’India.

A tal proposito, come Advisor, devo sottolineare come i paesi dell’America Latina siano diventati indipendenti dall’inizio del XIX secolo, a differenza di molti paesi asiatici che sono diventati così dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il caso dell’India, invece è più complesso. In effetti, è il prodotto sia dell’eredità coloniale e sia delle concezioni del movimento nazionalista.

Nel complesso, quindi, gli indiani hanno ereditato, in gran parte, uno stato moderno e democratico proprio dal loro passato coloniale.  Il movimento nazionalista indiano si sviluppò in opposizione al governo coloniale per conquistare il potere politico. Ma questo movimento aveva una base sociale multiclasse, che richiedeva la conciliazione di molte forze sociali. Il movimento nazionalista riuscì sì a mobilitarsi contro il governo coloniale, ma, non fu una forza politica coerente che potesse definire chiare priorità economiche.

Non a caso, per molto tempo, l’India ha mantenuto una economia agricola basata su una tecnologia a bassa produttività. Più in generale, durante la fase di colonizzazione o post-indipendenza, le politiche economiche dei futuri paesi emergenti erano basate sulla produzione di prodotti agricoli e materie prime. In sostanza, volevano anche promuovere la loro esportazione.

Di fatti, molti dei paesi dell’America Latina, sono stati per lungo tempo orientati all’export. Di conseguenza, si sono evoluti anche grazie ad una politica di autosufficienza economica e ad una politica economica altamente specializzata in alcuni prodotti di esportazione. Molto di tutto ciò, è avvenuto a causa delle politiche di trasformazione delle strutture agrarie.

Dunque, anche se la politica industriale era embrionale e la classe dei capitalisti locali era troppo piccola, i futuri paesi emergenti dell’America Latina si sono posizionati ai vertici del mondo per le esportazioni agricole. Il miglior esempio è fornito dal Brasile con la sua produzione di caffè. A partire dalla metà del XIX secolo, l’economia del caffè è cresciuta fortemente e le esportazioni di caffè hanno cominciato ad aumentare, in particolare da San Paolo. Una parte sostanziale di questo dinamismo economico ha, perciò, trovato la sua origine nelle condizioni del mercato internazionale.

Anche i paesi asiatici avevano economie fortemente orientate verso l’estero. Infatti, sono state proprio le ricchezze della regione ad attirare le potenze coloniali europee. Alla fine del diciannovesimo secolo, le economie di questi paesi giocarono un ruolo attivo nelle economie maggiormente sviluppate, come produttori di prodotti agricoli e materie prime, per poi passare allo sfruttamento delle miniere e del petrolio.

La commercializzazione di queste risorse ha richiesto l’installazione di infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali favorendo, in conclusione, il futuro economico di questa area.

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