La forte ostilità nei confronti del mondo finanziario

Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non produce i beni necessari. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi”.

John Maynard Keynes

Come Advisor, non posso non osservare come, specialmente negli ultimi tempi, sia sempre più forte l’ostilità da parte dell’opinione pubblica nei confronti del mondo finanziario. Indiscutibilmente, gran parte di questo sentimento è legato alle conseguenze derivanti da una lunga crisi, la quale si è andata, fin troppo, a prolungare nel tempo.

Tuttavia, in qualità di Advisor, non posso considerare tutto ciò come dei semplici sentimenti creati dai numerosi movimenti di protesta. Di fatti, è innegabile che gran parte della popolazione mondiale si stia interrogando su cosa sia esattamente la finanza, oltre che domandarsi se sia socialmente utile.

Fino a poco tempo fa, queste domande sarebbero sembrate assurde, poiché era stato accettato, almeno tra gli economisti, che il mondo finanziario potesse avere solo un ruolo positivo sulla crescita. Le ricorrenti turbolenze finanziarie e la crisi senza precedenti nelle economie sviluppate, mettono, tuttavia, in discussione l’analisi della relazione tra la sfera finanziaria e l’economia reale.

Quindi, senza mettere in discussione i contributi essenziali della finanza, si tratta di interrogarsi sugli eccessi e le disfunzioni rilevati negli ultimi anni. D’altra parte, tutto quello che verte il mondo della finanza è, da sempre, un qualcosa di assolutamente delicato. A tal proposito, reputo che sia quanto mai indispensabile che tanto uno Stato quanto la Legge, debbano intervenire come maggior forza, al fine di mettere in moto quelle opportune riforme che la società richiede all’intero sistema economico.

Non si può dimenticare, quindi, l’importanza fondamentale che riguarda, tra l’altro, la distribuzione dei profitti di produzione. Di fondo, dunque, oggi come oggi, è richiesta una maggiore trasparenza di tutti quei meccanismi che vanno a regolare l’intero mondo finanziario. Operando in questa direzione, credo che si possa andare a migliorare il livello degli attuali sentimenti.

La qualità della vita, pertanto, deve ottenere una maggiore centralità e, di conseguenza, non può essere vista solamente come una mera questione marginale. Tuttavia, lo Stato è una delle possibili organizzazioni coinvolte in questo processo, ma, non può essere l’unico.

Pur tuttavia, se non ci si libera da tutte quelle teorie comuniste, che si fondano in una contrapposizione tra individuo e stato, sarà veramente complicato andare a sviluppare una concreta rivoluzione sociale. In sostanza, non si deve più concepire l’organizzazione dello stato, come una rappresentazione individualista, ma, dovrà essere considerato come una forma progressista, che è in grado di gettare solide basi per una reale democrazia sociale.

Questo, quindi, deve essere l’impegno comune di tutte le parti sociali. In caso contrario, la vedo davvero difficile il voler liberare il mondo economico e finanziario dalle attuali considerazioni negative.

In conclusione, reputo che l’unica strada percorribile, sia quella che si caratterizza nel funzionamento di una democrazia che risulti essere in grado di raggiungere quegli obiettivi che sono strategicamente importanti e fondamentali per il bene comune di tutti gli esseri viventi.

 

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