Il ruolo dell’economia nel nuovo ordine mondiale

Le persone stanno diventando sempre più consapevoli della necessità di un nuovo ordine mondiale

Karol Wojtyla

Più volte come Advisor, mi sono trovato a partecipare a tavole rotonde incentrate sul ruolo dell’economia nel nuovo ordine mondiale, ovvero in quel processo così denominato dai globalisti economici.

Da Advisor, sono più propenso a chiamare tutto ciò come reset economico globale. Come ho avuto modo di riscontrare nel passato, il programma globalista di alcuni economisti, è volto nella speranza di ottenere come premio o, meglio, come trofeo, la fine di un certo tipo di gioco finanziario.

In altre parole, sono dell’avviso che questo movimento di pensiero, veda come soluzione la creazione di una struttura economica globale completamente centralizzata, organizzata in un’unica banca centrale per tutto il mondo, inclusa l’abolizione del dollaro USA come valuta di riserva mondiale, l’istituzione del sistema di panieri del DSP che fungerà da ponte per una moneta unica che soppianti tutti le altre. In definitiva, la creazione di una sorta di governance globale, un sistema in mano ad una manciata elitaria.

Ovviamente, il più delle volte, i tempi di questo processo non sono chiari, ma, tuttavia, ci sono indicazioni di un inizio della fine. Importanti riviste economiche quali, ad esempio, il Globalist e il celeberrimo The Economist, più volte hanno presentato il 2018 come l’anno della Fenice, ovvero come il punto di partenza per il grande reset. Tutto questo, inoltre, è stato supportato dalle numerose misure già adottate per indebolire il dominio del dollaro nel commercio internazionale e per imporre il paniere di DSP del Fondo monetario internazionale.

È chiaro, dunque, che i globalisti hanno delle scadenze che intendono rispettare. Detto questo, ci sono stati nuovi e ulteriori sviluppi su questa mia analisi e su questa strategia di fine gioco che meritano, tutti, una seria attenzione. Infatti, è innegabile che il tentativo di sovvertire le regole sia più veloce che mai, dato che ci sono diversi indicatori che dimostrano come le “previsioni” dei globalisti abbiano sempre più incidenza nelle economie dei paesi.

Per quanto mi riguarda, sono più che mai convinto che gran parte delle loro profezie si auto avveravano, sulla base del loro punto di partenza fondamentale, ovvero dare vita ad una reingegnerizzazione dell’ambiente economico secondo un preciso schema.

Ma oltre a tutto ciò, è assolutamente chiaro che gran parte di questo progetto destinato, appunto, alla creazione di un nuovo ordine mondiale, farebbe affidamento in parte sulla Cina come motore economico in sostituzione della macchina globale, il quale andrà a dipendere sempre molto meno dagli Stati Uniti considerati in declino. In conclusione, sono dell’avviso che la Cina servirebbe ai promotori di siffatto progetto come un motore per dare vita ad una economia sempre più in mano a pochi e importanti centri di poteri.

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