I Paesi Bassi, il paradiso tanto dei tulipani quanto fiscale

Un contribuente è uno che lavora per lo stato, ma senza avere vinto un concorso pubblico

Ronald Reagan

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Come Advisor, devo ritagliare del tempo per essere sempre aggiornato, quindi, approfittando delle recenti feste di fine anno, ho avuto modo di leggere, con calma, il rapporto pubblicato recentemente da Oxfam dall’interessante titolo “Battaglia fiscale”. Questa stimolante relazione, è completamente dedicata a ben quindici cosiddetti paradisi fiscali.

Il rapporto, mette in luce, tra l’altro un aspetto che non è molto noto al grande pubblico, in quanto, i media, in linea generale, si astengono dal ricordarlo. Infatti, se si provasse a fare una semplice indagine su quali siano i più noti paradisi fiscali, la maggioranza delle persone intervistate risponderebbe le Isole Cayman, Bermuda, Barbados, Bahamas, o Hong Kong, qualcuno, magari più informato, citerebbe la Svizzera, l’Irlanda, Cipro, Curaçao, qualcun altro aggiungerebbe il Lussemburgo, Jersey, le Mauritius, le Isole Vergini britanniche e Singapore.

Ma, sicuramente un nome che non verrebbe citato mai, sarebbe proprio quello dei Paesi Bassi, dato che non è mai ricordato sotto questa luce particolare.

Quindi, chi pensa che isole sperdute nel Pacifico oppure nei Caraibi siano esclusivi luoghi di paradisi fiscali, in parte commette un colossale errore, dato che non occorre andare così lontano per trovarne uno. Infatti, basta utilizzare un qualsiasi tipo di mezzo di trasporto e raggiungere Amsterdam e per poter accedere a vantaggi fiscali davvero inimmaginabili.

advisor-abbate-fcaDa Advisor, voglio ricordare come la FCA, guidata da Marchionne, abbia già da tempo scelto la terra dei tulipani per trasferire la propria sede fiscale.

Eppure, stranamente, non si pone mai l’accetto di come i Paesi Bassi, membro dell’Unione Europea e uno dei più forti sostenitori dell’austerità, siano un comodo, allegro e vicino paradiso fiscale. Un comportamento, quello di questo paese, che si potrebbe definire al limite della schizofrenia, dato che da un lato è severa nel tassare i suoi cittadini e nell’esigere dagli altri governi un forte rigore, mentre dall’altro appare essere, perlomeno, tollerante nei confronti delle multinazionali.

Queste, in pratica, la utilizzano come una base per trasferire in altri luoghi i miliardi di euro che sono incassati in Europa. Una operazione che di sé per sé apparirebbe non in grado di procurare alcun male, tranne il fatto che, questa generosità fiscale profusa dai Paesi Bassi, non fa altro che far perdere, agli Stati facente parte dell’Unione Europea, entrate per diversi milioni di euro.

Tutto questo, inoltre, mette in evidenza, ancora una volta, quanto sia mancante una effettiva forma di collaborazione e di cooperazione in quelli che sono i processi internazionali volti a definire reale ed efficaci misure di contrasto a quella che è, in pratica, una elusione fiscale.

In definitiva, la tanto decantata e pomposamente presentata trasparenza fiscale, svanisce come neve al sole. L’elusione fiscale concessa dai paradisi fiscali come, appunto, quello dei Paesi Bassi, in conclusione, consente alle multinazionali di poter andare facilmente a sottrarre risorse importanti alle casse di vari Stati, oltre che rafforzare una economia che si fondano sulla disuguaglianza.

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