Creare una economia che funzioni per tutti noi

C’è una crisi di civiltà, c’è una crisi sociale, c’è una crisi politica. L’ingranaggio della società che è stato rotto nell’agosto 1914 non ha mai più funzionato e indietro non si torna. Come possiamo contribuire a costruire quel mondo migliore che anni terribili di desolazione, di tormenti, di disastri, di distruzione, di massacri, chiedono all’intelletto e al cuore di tutti?”

Adriano Olivetti

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Si sta effettivamente facendo tutto nel modo giusto per sviluppare una economia che possa funzionare per tutti noi? Reputo, quale Advisor, che, in un momento storico come quello che si sta attraversando, la domanda sorga più che spontanea.

Non per nulla, sono dell’idea che la società, l’economia e la politica debbano prendere concrete posizioni onde evitare che le attuali situazioni possano diventare ancor più instabili e pericolose. Pur non essendo votata alla santità, credo che sia giusto che il mondo della finanza si faccia maggior carico delle condizioni di vita che interessano gli abitanti di questo mondo.

Non mi vergogno, di certo, nel dire che lavoro lunghe ore su questo aspetto.

Da Advisor, cerco di entrare in sintonia con tutte quelle realtà, con quelle che persone che debbono, ogni giorno, lottare contro questa situazione che sembra non avere mai fine. Penso ai tanti lavoratori, ai numerosi imprenditori che aspettano ancora delle risposte serie e concrete per veder rilanciata una economia malata.

Qui, non si tratta più di identificare un modello ove spiccano aspetti esteriori quali, ad esempio, soggiornare in alberghi eleganti e pianificare vacanze in luoghi esotici. I riflettori debbono accendersi su chi ha il peso di preservare i posti di lavoro, su chi deve mantenere una famiglia.

Chi non vorrebbe poter vivere in una casa confortevole, poter acquistare giocattoli per i propri figli, come pure scarpe, vestiti e ottimo cibo?

advisor-abbate-unione-europea-pulsanteQuel che ancora noto, è che, drammaticamente, la recessione ha colpito duro ogni aspetto della nostra società, ma, anche, del nostro modo di vivere. La qualità della vita stessa, pertanto, è stata totalmente e completamente rivoluzionata, ma in negativo. Tutto è cambiato rapidamente. Solo l’Unione Europea e i politici non lo hanno ancora del tutto compreso. Tutta la nostra economia passa attraverso spostamenti di grande portata, e questo tipo di adattamento sta diventando, tristemente, la nuova normalità.

Reputo che la sicurezza per tutte le famiglie dipenda, in gran parte, nel saper ricostruire le nostre economie locali e regionali andandosi a basare sulla nostra capacità di adattamento e sull’abilità di lavorare insieme. Tuttavia, allo stesso tempo, si ha assoluto bisogno di un governo che sappia effettivamente operare per conto delle famiglie che lottano per il futuro anche dei propri figli.

Ecco perché credo che sia necessario effettuare dei corretti e intelligenti investimenti che sappiano creare tanto dei posti di lavoro ora, quanto opportunità per le generazioni future. Ovviamente, ciò richiederà lo sviluppo di movimenti popolari, ma fatti dalla gente comune, da chi è effettivamente disposto a modificare ogni regola e ogni meccanismo che ha manifestato palesemente la sua totale e completa inutilità. Quindi, la vera sfida del XXI Secolo, si basa su come sarà possibile creare una economia in grado di fornire i necessari mezzi di sussistenza dignitosi a tutti coloro i quali sono disposti a lavorare, senza che si vada a compromettere il già delicato sistema ambientale.

Pertanto, pare più che evidente come una vera soluzione richieda una visione ampia e completa, come pure necessiti di un contributo equo in termini di ricchezza. In conclusione reputo che l’economia debba rispettare maggiormente una ambizione corretta e che si debba saperla sviluppare in modo da poter ricevere un sostegno reciproco se, effettivamente, la si vuole indirizzare per la costruzione di una qualità della migliore per tutti.

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