Qual è l’avvenire per l’industria delle costruzioni navali in Europa?

Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Esplorate. Sognate. Scoprite

Mark Twain

Come Advisor, ricordo che l’industria della costruzione navale nel mondo oggi è dominata dal Giappone, dalla Corea del Sud e dall’Europa occidentale. Il solo Giappone produce quasi il 40% della stazza mondiale, mentre l’Europa occidentale rappresenta tra il 20 e il 25% della produzione.

Anche se emergono nuovi produttori, in particolare la Cina e alcuni paesi dell’Europa orientale, per me Advisor queste cifre forniscono una chiara idea di come sia dinamico l’avvenire per l’industria delle costruzioni navali. Negli ultimi decenni, i cantieri dell’Unione Europea hanno subito una ristrutturazione significativa. Ciò ha comportato una riduzione del 70% della forza lavoro e almeno il 60% della capacità rispetto al 1976.

Nonostante queste ristrutturazioni, l’industria europea della costruzione navale è piuttosto frammentata. Nel 1997 vi erano 103 aziende di cantieri navali, di cui una dozzina forniva il 65% della produzione. Nel 1996, i primi cinque produttori rappresentavano il 36% del volume totale prodotto in Europa, mentre i primi cinque produttori coreani rappresentavano il 99% della capacità coreana.

Una caratteristica importante della costruzione navale europea, è la produzione di navi di maggior valore rispetto alla Corea del Sud o al Giappone. Pertanto, nel 1996, la quota europea del portafoglio ordini mondiale era la più grande in termini di valore, 31%, mentre rappresentava solo il 21% del volume totale.

L’industria della costruzione navale è, quindi, un’industria ad alta tecnologia. ma l’Unione europea sta lavorando bene? In tutta Europa, i cantieri navali tedeschi ricevono gli ordini maggiori e sono davanti all’Italia, ai Paesi Bassi e alla Spagna. Anche i cantieri francesi fanno la loro parte, ricevendo ordini per diverse tonnellate.

In termini di posti di lavoro, la costruzione di navi mercantili nell’Unione europea occupa 70.000 persone, secondo la Commissione europea. Nella sola Francia, ad esempio, la costruzione e la riparazione di navi impiegano direttamente o indirettamente circa 23.000 dipendenti.

Tuttavia, l’industria della costruzione navale in Europa, è oggi ad un punto di svolta e ha assolutamente necessità che l’Unione Europea presenti in commissione delle serie proposte volte ad attuare una nuova politica di costruzione navale. Non a caso, sollevano interrogativi e preoccupazioni le proposte nelle quali, obiettivo pressoché unico, è la messa in discussione di aiuti di Stato diretti concessi alla costruzione navale.

Di fatti, nessun Stato non può rimanere indifferente ai testi che potrebbero avere conseguenze importanti per il futuro dell’industria navale. Reputo che, a questo punto, sia quanto mai necessario che anche l’Italia presso l’Unione Europea esamini attentamente le varie proposte e, se risultasse necessario, abbia la forza di prendere posizione adottando una risoluzione.

Sono, infatti, dell’opinione che sia di fondamentale importanza promuovere aspetti quali, per esempio, la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, come pure sostenere la cooperazione industriale e stimolare la domanda.

In conclusione, è ora che la classe politica si imponga e faccia tutto ciò che è necessario al fine di salvaguardare, in maniera concreta e non più fumosa, l’industria cantieristica.

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